Recensione: Division Mortality
Dando un’occhiata alla copertina di Division Mortality e allo stesso nome e logo della band che lo ha partorito molto difficilmente si può pensare di avere a che fare con disco di black metal piuttosto che di progressive, per dire…
Gli Speedrush provengono da Atene ed esistono dal 2005. L’album oggetto della recensione è il secondo della loro carriera e fa da seguito a Endless War del 2016. La formazione schiera Nir Beer (Voce), Nick Ratman (Chitarra), Tasos P. (Chitarra), Spiros S. (Basso) e Andreas Disco Destroyer (Batteria).
Division Mortality vede la luce per l’etichetta svedese Jawbreaker Records in tre diversi formati: Lp, musicassetta e Cd in soli trecento esemplari, che si accompagnano a un libretto di dodici pagine con tutti i testi e diverse foto della band. Copertina a opera di Mario Lopez.
Tornando al concetto iniziale, a parte intro e outro, da “Ride With Death” a “Beyond the Vortex” si viene assaliti da una gragnuola di Speed Metal purissimo venato di Thrash lunga quaranta minuti scarsi. Gli Speedrush se ne strafregano – e fanno benissimo! – di risultare ignoranti e (falsamente) ripetitivi – si chiama coerenza! – mantenendo pigiato il pedale dell’acceleratore a oltranza nella scia di band quali Crossfire ed Evil Invaders, prevalentemente, anche se non mancano evidenti addentelli con Overkill, Razor e Annihilator.
Il loro compito lo portano a termine sapientemente grazie a un cantante presentabilissimo quale Nir Beer, acido quanto basta e un martello dietro alle pelli del tenore di Andreas Disco Destroyer. Gli altri tre non son da meno, coadiuvando abilmente la veemenza dei primi due. Difficile segnalare questo o quel pezzo, il secondo album dei greci va preso in una botta sola, il resto sono chiacchiere da Bar Metal buone per far prendere aria ai denti.
Avvertenza: ascolto assolutamente da evitare per chiunque abbia problemi di cervicale.
Division Mortality: il trionfo della sublime, sana, ignoranza Speed!
Stefano “Steven Rich” Ricetti