Recensione: Divisive
18 novembre 2022: l’adrenalina sale a mille, così come la speranza, mentre l’attesa si fa spasmodica. Sì, perché i Disturbed dell’istrionico David Draiman tornano in pista con un disco tutto nuovo, intitolato “Divisive”. Un lavoro chiamato a risollevare la band dopo il deludente “Evolution”, pubblicato nel 2018, che ha rappresentato il punto più basso toccato dai Nostri nella loro ormai ventennale carriera. Un album fiacco, che ha sicuramente subito l’influsso del successo planetario che i Disturbed erano riusciti a ottenere con la cover di ‘The Sound of Silcence’, presente nel fantastico “Immortalized”, e che aveva proiettato il quartetto americano a dominare le classifiche di mezzo mondo. E così, nel 2018, l’idea di poter diventare i nuovi Metallica (da intendere come la capacità di portare il metallo pesante alle masse, n.d.a.) deve aver stuzzicato il palato di Draiman e Donegan. Il risultato fu “Evolution”, un album dal forte taglio radiofonico ma distante anni luce da ciò che i Disturbed avevano rappresentato fino a quel momento. Cosa aspettarsi dal nuovo “Divisive”, quindi?
Dobbiamo essere chiari, sin da subito: i Disturbed di “Divisive” sono sicuramente più rocciosi rispetto a quelli di “Evolution”, ma se ci aspettassimo un come back in stile “Indestructible”, eh, siamo fuori strada. Entrando nel dettaglio, “Divisive” si presenta con una produzione sicuramente più muscolosa rispetto a quella easy di “Evolution”. Lo si può facilmente notare da come le chitarre tornino a dominare la scena. Ma è tutta la parte strumentale a risultare più viva, più tonante, permettendo alla voce di Draiman di tornare a graffiare come abbiamo sempre imparato ad apprezzare. La prestazione al microfono del cantante americano è davvero impressionante, evidenziando una volta in più le qualità di Draiman, capace di fare la differenza e di dare un qualcosa in più a ogni canzone. Le composizioni, come si era potuto comprendere già a partire dai primi singoli pubblicati, poggiano su una struttura semplice: un riff portante, grosso e orecchiabile, che si ripete nel corso della traccia, per poi esplodere in ritornelli trascinanti e coinvolgenti, che si stampano in testa subito, a partire dal primo ascolto. ‘Unstoppable’ è forse il pezzo che meglio di altri descrive quanto appena evidenziato, oltre a risultare uno dei capitoli più riusciti dell’intero lotto.
“Divisive” si apre con una sequenza di potenziali hit che, per certi aspetti, ci riportano alla mente le atmosfere che avevamo respirato e apprezzato in “Immortlized”. I ritornelli di ‘Love to Hate’ e la title track, ad esempio, testimoniano proprio il filo diretto che collega “Divisive” a “Immortalized”. C’è però un qualcosa che non torna durante l’ascolto, un aspetto che può essere descritto in questo modo: con “Divisive” i Disturbed hanno fatto un piccolo passo indietro rispetto a “Evolution”, sono tornati a essere più aggressivi, rocciosi, e meno patinati. Non hanno però abbandonato il desiderio di creare canzoni dal forte appeal radiofonico e questo approccio mette da parte l’istinto, realizzando una serie di tracce davvero ben strutturate e interessanti, ma che tendono a risultare prevedibili nella loro struttura. Mancano, insomma, quei guizzi, quei cambi di atmosfera e dinamica che avevano caratterizzato un capolavoro come “Indestructible”. Se a questo sommiamo una parte centrale nettamente meno ispirata rispetto al resto dell’album, possiamo dire che “Divisive” non è proprio il comeback che ci saremmo aspettati. La stessa ballad ‘Don’t Tell Me’ – che può vantare la presenza di Ann Wilson a duettare al microfono con Draiman – non convince appieno e, guarda caso, è proprio piazzata nella parte centrale di “Divisive”, quella meno ispirata e convincente. L’album si risolleva nel finale con ‘Part of Me’ e ‘Won’t Back Down’, due tracce che ci riportano sui binari qualitativi di inizio disco, con i suoi pregi e difetti.
Come considerare il nuovo “Divisive”, quindi? Eh, come un album riuscito a metà. Se da un lato i Disturbed tornano ad appesantire il proprio sound, dall’altro puntano su pezzi semplici, di facile presa, sorretti da dei ritornelli che definire spettacolari è dire poco. Canzoni che sapranno farsi sicuramente apprezzare in sede live e che permetteranno ai Nostri di finire in molte rotazioni radiofoniche, ma a cui manca quel pizzico di imprevedibilità e sana follia a cui i Disturbed ci avevano abituato. Tracce come ‘Hey You’, o la già citata ‘Unstoppable’, dimostrano che se volessero i Disturbed sarebbero ancora capaci di spingersi oltre, di realizzare un nuovo “Indestructible”, ma al momento hanno deciso di seguire un altro percorso. Noi possiamo solo rispettare la loro scelta. Guardando al passato della band, però, un pizzico di rimpianto ci assale, ma tant’è. Non rimane quindi che focalizzarci sugli aspetti positivi di “Divisive” e lasciare da parte, chiudendo magari un occhio, quelli negativi, con la certezza che dal vivo i Disturbed non sbaglieranno il colpo.
Marco Donè