Recensione: Do You Miss Me
Non so quanti sanno che Robin Beck cantava nel 1988 “First Time”, colonna sonora di un famoso spot della Coca Cola, arrivata inevitabilmente all’apice delle classifiche internazionali. Non a caso, la bella cantante newyorkese, dopo il successo dello straordinario debut “Trouble Or Nothin'”, che includeva quella hit, era caduta un po’ nel dimenticatoio, forse anche a causa di due album non al top come Human Instinct, del 1992, e Can’t Get Off, del 1994.
Dopo più di 10 anni Robin aveva già fatto capolino nel music business con “Wonderland”, album solista dello scorso anno, passato in sordina forse più per qualche errore promozionale, ma era già nell’aria un imminente “ritorno alle origini”. “Do You Miss Me” si candida a gemello di Trouble Or Nothin’, con il suo melodic rock dai chiari intenti commerciali: 12 pezzi radiofonici e freschi, scritti per la voce della Beck, a quattro e più mani da veri e propri “esperti” del genere quali, tra gli altri, Marc Jordan, Desmond Child e Michael Bolton.
Poco o niente viene lasciato al caso. Naturalmente il primo piano spetta alla voce sexy e ruggente di Robin, che anche dal lato tecnico (il sottoscritto non aveva sentito altro che il disco del 1989) pare addirittura migliorata. Musicalmente, come preannunciato, si tratta di un AOR alquanto standard, prodotto in maniera forse un po’ “moscia” dal nostro apprezzato Fabrizio Grossi (Starbreaker, Glenn Hughes). Io sarei propenso a credere che il polpettone melenso di chitarre e tastiere sia stato comandato da determinate strategie di marketing, in netta contraddizione con una fase compositiva di altissimo livello, che arriva stilisticamente a somigliare all’ultimo di James Christian, marito di Robin e autore dei controcanti di Do You Miss Me.
Sound a parte, dobbiamo annotare la presenza di almeno tre o quattro highlight. Si tratta dei brani più grintosi, tutti rigorosamente up-tempo, incalzanti, e dai refrain ariosi e ficcanti: la titletrack, che fa anche da opener, “What About As” e “Takin’ A Ride”, con la voce di Robin foriera di emozioni forti, e la conclusiva “Bring it Back”, il ritornello più accattivante dell’intero platter.
Per gli amanti dell’AOR, i fan di Robin, ma anche quelli di James Christian e i nostalgici delle rock lady degli anni ’80 come Fiona e Heart.
Tracklist:
- Do You Miss Me
- Walk on the Moon
- Your Love is Tough
- The Safest Place (I Wanna Be Strong)
- What About Us
- I Wanna Hear it From You
- Stone by Stone
- Find a Little Faith
- Coming Back for More
- I Don’t Wanna Play That Game Anymore
- Takin’ a Ride
- Bring it Back