Recensione: Doctrination of Atisamdha
Indonesiani, autori di un death metal classico tendende al technical death, giungono con “Doctrination of Atisamdha” al secondo disco della carriera dopo l’esordio “Literatur Kematian“, uscito nel 2012. Cosa ascolterete mettendo sul letto questo secondo capitolo discografico? Un mix tra Dying Fetus e una qualunque altra cosa che sappia di death metal, giusto per contenere il paragone con il nome tutelare degli statunitensi appena citati. Un costante alternarsi tra sfuriate death infarcite di groove che, però, non riescono a deflagrare in violenza e impatto come ci si aspetterebbe in questi casi.
Cosa manca di fondamentale? Oltre ad una bella dose di dinamica, manca anche la melodia, mancano le linee geniali che permettono ai brani di caratterizzarsi gli uni dagli altri. Mancano soli, manca anche l’impatto dei suoni: privi di spessore sebbene ben mixati. Insomma, dal punto di vista della capacità tecnica nulla da dire, ma da quello dell’abilità compositiva ce n’è ancora tantissima di strada da percorrere. Forse un po’ più di continuità in studio aiuterebbe.