Recensione: Dominator
Sull’onda del successo commerciale ottenuto nel 2007 in terra tedesca con Mastercutor, laddove gli U.D.O. raggiunsero la posizione numero 39 nelle chart, ovvero il miglior piazzamento della carriera della band a più di vent’anni di distanza dalla sua fondazione, Udo Dirkschneider, insieme con i fidi pard Stefan Kaufmann e Fitty Wienhold, irrompe sul mercato con il nuovissimo Dominator, coadiuvato da due sicurezze ormai straconsolidate come Igor Gianola e Francesco Jovino.
The Bogeyman: intro minimale poi chitarroni duri e puri abbinati alla solita voce arrochita da milioni di sigarette del buon vecchio Udo per un brano che fa della pesantezza la propria arma in più. Impennata melodica in crescendo a ¾ del pezzo per colpire nel segno e poi passare la “palla” alla straclassica title track, roba da collarino dopo pochi minuti a forza di headbanging, con ovvio coro incorporato. Ancora mannaie in bella evidenza per Black And White, una mazzata insistente in puro stile Accept, velocità sostenute in Infected – già sul mercato da giugno tramite l’Ep omonimo – con la bella trovata di avere un refrain particolarmente melodico che si snoda sulle rullate terremotanti di Francesco Jovino, mostrando per certi versi un lato inedito e innovativo negli iper-tradizionalisti U.D.O. Da segnalare il dualismo ricorrente delle sei corde a mo’ degli ultimi Judas Priest.
Un titolo impegnativo come Heavy Metal Heaven non poteva deludere ed ecco i Nostri volteggiare per certi versi insapettatamente in ambiti di competenza Hammerfall, sempre comunque con il trademark teutonico ben in evidenza, sulla scia di qualcosa del genere già affrontato ai tempi di Man And Machine, consegnando una canzone con voci in crescendo che si preannucia irresistibile dal vivo, riandando agli anthem targati Manowar. Doom Ride non sposta di una virgola il modo-canzone degli U.D.O. mentre con Stillness Of Time esplode la vena epicheggiante dei Nostri fra chorus memorabili, guitar work ariosi e arpeggi acustici, sempre senza esagerare, ovviamente. Davvero importante il lavoro delle due asce Kaufmann/Gianola, una volta tanto non impegnate nella consueta opera di squartamento. Devil´s Rendezvous è una mezza presa in giro che si snoda fra saltelli musicali inusitati per tre minuti e mezzo: una sorpresa assoluta. Il ritorno sulla retta via è prontamente assicurato dalle urla del “gigante” di Wuppertal tramite Speed Demon, tipica traccia veloce e ortodossa dalla grazia di un elefante indiano dentro una cristalleria mentre la chiusura di Dominator è demandata alla ballad Whispers In The Dark, assolutamente in linea con la tradizione melodica degli U.D.O. : inizio al miele poi bordate come da copione con il tutto ammantato da cori maschi dal retrogusto eroico.
In Dominator le due chitarre chirurgiche di Stefan Kaufmann e Igor Gianola “grattano” che è una goduria per tutta la durata dell’album, con buona pace degli oltranzisti legati al genere più ortodosso Made In Germany proposto dai vari Panzer metallici nella storia. Quattro anni di line-up stabile all’interno del gruppo si sentono eccome e giovano alla forza d’urto dell’insieme U.D.O. perlatro esaltato da una produzione moderna, diretta e massiccia. Herr Dirkschneider è tornato ancora una volta fra noi – la dodicesima su full length -, portando il solito messaggio d’acciaio immacolato con poche variazioni al tema ma suonato con gusto e passione, fatto non tanto per far uscire l’ennesimo disco ma per perpetuare una ormai leggenda vivente nata fin dai tempi dei gloriosi e inarrivabili Accept, che ritrova ulteriore slancio in dischi riusciti come questo e il precedente Mastercutor.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
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Tracklist:
The Bogeyman
Dominator
Black And White
Infected
Heavy Metal Heaven
Doom Ride
Stillness Of Time
Devil´s Rendezvous
Speed Demon
Whispers In The Dark
Line-up:
Udo Dirkschneider – vocals
Stefan Kaufmann – guitars
Igor Gianola – guitars
Fitty Wienhold – bass
Francesco Jovino – drums