Recensione: Dominion Reptilian

Di Alberto Fittarelli - 21 Aprile 2003 - 0:00
Dominion Reptilian
Band: Hearse
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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65

Mi ero avvicinato con molta curiosità a questi Hearse, soprattutto per il fatto che il monicker a me del tutto sconosciuto era risultato poi essere quello della nuova band di Johan Liiva, ex cantante degli Arch Enemy; oltretutto, sembrava che questo Dominion Reptilian dovesse segnare il ritorno del singer alle sonorità death, dopo la non felicissima parentesi thrash coi Nonexist. Le speranze di ascoltare un lavoro di qualità sono però andate parzialmente deluse, soprattutto perchè da un lavoro come questo, nel 2003, ci si aspetta per forza originalità e forte personalità, ma sono proprio queste la caratteristiche mancanti ai pezzi della band.

Iniziamo col dire che sarebbe sbagliato, o comunque superficiale, attribuire a questo nuovo progetto una parentela diretta con quanto sperimentato in precedenza da Liiva: si farebbe infatti torto agli altri due musicisti coinvolti nel gruppo, gli ottimi polistrumentisti Mattias Ljung e Max Thornell; è il riffing di quest’ultimo a reggere gran parte della struttura delle canzoni con parti sì ispirate alla musica dei fratelli Amott, ma anche con estratti dai più diversi generi musicali, dal puro rock, a volte addirittura punkeggiante, al gothic metal delle storiche bands inglesi. Pezzi come Cosmic Daughter fanno dell’atmosfera il loro punto di forza, riprendendo i vecchi Paradise Lost e mescolandoli con un chitarrismo in doppia tonalità alla Iron Maiden, con ottimi risultati. Paradossalmente è però la voce di Johan a penalizzare questo tipo di aperture, perchè se è vero che il cantante si trova perfettamente a suo agio sui pezzi più aggressivi (Torch su tutti), sui recitati scade nella piattezza quasi totale, non riuscendo a risultare per nulla espressivo; l’impressione è quella di una ricercata varietà nel sound limitata dalla pura aggressività del timbro vocale.

E infatti sulle canzoni più dichiaratamente “sperimentali”, come la rockeggiante Contemplation, Liiva si fa aiutare da dei filtri vocali molto presenti; non si può comunque dire che pezzi come questo lascino il segno, sono troppo distanti da quello che potrebbe essere il sound base del gruppo e creano una sensazione di eccessiva eterogeneità dell’insieme musicale.
Ottimi episodi si ritrovano invece nella sesta Well of youth o nella bonus track (presente solo su versione digipack e LP) Avalon: quest’ultima è forse la più violenta del lotto, ricorda molto gli Arch Enemy del grande periodo di “Black Earth”. Ma considerando che non tutti potranno ascoltare quest’ottimo pezzo, la sua qualità non può incidere più di tanto sul giudizio finale del disco. In sostanza quindi non mi sento di dire che questo album non valga l’acquisto, si sente infatti che è composto da buoni musicisti ed i momenti di coinvolgimento non mancano, ma dopo un decennio di metal estremo contaminato dala melodia ci si aspettava davvero di più da personaggi del genere, peraltro presenti sulla scena da anni. Ascolto preliminare obbligatorio!

Alberto “Hellbound” Fittarelli

Tracklist:

1. Dominion Reptilian
2. Torch
3. Cosmic Daughter
4. Contemplation
5. Rapture in Twilight
6. Well of Youth
7. Abandoned
8. End of Days
9. So Vague
10.The Unknown*
11.Avalon*

* = solo su digipack ed LP

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