Recensione: Don’t Fear The Reaper
Non impressiona il ritorno sulle scene dei Witchery: band da sempre
sul filo dello scherzo, del grottesco, e di cui non si udiva nulla da ben cinque
anni.
Don’t Fear The Reaper è un album sostanzialmente coerente
con quanto proposto in passato, grazie alla formula “heavy + thrash + black
vocals” che risulta fermamente rispettata, seppur con qualche lieve variante;
il tutto va a costruire un disco sì piacevole, ma anche praticamente
ridondante. Non ci sono infatti particolari vette nella loro musica, che risulta
sicuramente più divertente da suonare che da ascoltare, pur proponendo qualche
spunto interessante (vedi la teatrale ‘Draw Blood’) ed essendo suonata da
musicisti ben più che rodati. I brano sono estremamente scolastici e statici,
la voce di Toxine non incide né lascia tracce, e non serve una cover della loro
band madre, i Satanic Slaughter, da cui proviene 3/4 della line-up, a
risollevare le sorti di un album decisamente fiacco.
Si sente la presenza di Patrik Jensen, di fama The Haunted, così
come, per fortuna, quella del mitico Sharlee D’Angelo e del suo
Rickenbacker, e sono i loro tocchi di classe a fare la differenza che permetterà
a questo album di non annegare nell’oceanico mercato odierno: ma non molto di
più, purtroppo. Proprio la classe dei musicisti è ciò che permette al disco
di non annegare in un’insufficienza indecorosa, ma se divertissémente deve
essere, lo si mantenga come tale senza venderlo al grande pubblico… peccato,
si poteva fare molto di più.
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli
Tracklist:
1. Disturbing the Beast 02:41
2. Stigmatized 04:12
3. Draw Blood 03:19
4. The Ritual 04:03
5. Ashes 04:18
6. Plague Rider 03:56
7. Damned in Hell 03:56
8. Crossfixation 04:09
9. The Wait of the Pyramids 03:56
10. Immortal Death 01:31
11. Styx 04:54
12. War Piece 02:22
13. Cannonfodder 02:40
14. Into the Catacombs (bonus track)