Recensione: Don’t Let Up
Non abbiamo fatto in tempo a riporre negli scaffali (fisici o digitali che siano) 35 Years And A Night In Chicago, il doppio CD live (più DVD) celebrativo dei tre decenni e mezzo della carriera dei Night Ranger (una delle più iconiche band di “arena rock” a stelle e strisce) che, come peraltro anticipato da gruppo ed etichetta, ci troviamo tra le mani un album di inediti – nuovo di zecca – della stessa formazione.
Le attese erano molto elevate, tra i fans di questo genere musicale, per “Don’t Let Up”. Il quintetto americano, infatti, superata l’inevitabile crisi degli anni Novanta (epoca in cui di questo genere musicale, dopo i fasti del decennio precedente, non importava più niente a nessuno o quasi), si è cimentato con grande successo nel realizzare album d’inediti che non sfigurano per nulla in confronto ai loro successi degli Eighties. Somewhere in California e High Road, infatti, sono stati benissimo accolti da pubblico e critica, ed alcune canzoni sono stabilmente nel repertorio live della band, accanto ai successi del passato. E questo è un bel traguardo, considerato che dei dischi storici di trenta-trentacinque anni fa sono stati venduti oltre diciassette milioni di album (mica bazzecole) e che gli stessi contengono alcune canzoni – una su tutte: Sister Christian – entrate a far parte della cultura popolare americana e rilanciate anche dall’inclusione in popolari serie televisive e giochi elettronici.
Don’t Let Up, peraltro, è anche il primo album in studio con Keri Kelli (chitarre) nella line-up, già testato peraltro dal vivo, dopo che Joel Hoekstra ha ceduto alle lusinghe del serpente tentatore Whitesnake.
Pure il nuovo CD non delude le aspettative, e snocciola un florilegio di eccellenti canzoni veleggianti col vento in poppa tra melodic hard rock ed AOR. Trattasi di canzoni perfettamente in linea con lo stile ed il repertorio storico dei Night Ranger, ma che non cadono nell’autocitazione o, peggio, in quella sorta di autoparodia che a volte affligge i dischi più recenti delle formazioni classic rock.
Nell’approfondirci maggiormente nell’analisi,dobbiamo rilevare che, a dispetto della lunga carriera e dell’età, i Night Ranger alzano qui un tantino la soglia dell’energia hard rock.
Say What You Want, per dire, è un arrembante brano travolto da chitarre vorticose, una batteria “da paura” ed un piano che ci conduce in territori american music.
Anche Day And Night, bonus track della versione deluxe, ha energia da vendere, ma è anche frizzante e divertente.
Tipicamente Night Ranger, poi, è Don’t Let Up, anthemica, orecchiabile e carica di solare vitalità, grazie anche alla voce ed alle asce che marciano spediti travolgendo ogni ostacolo. Somehow Someway, ancora, è arrembante, veloce e catchy, ed è una delle tracce cui i riff e gli assoli delle chitarre conferiscono il maggior taglio “pesante” di cui si diceva più sopra. Comfort Me è, invece, forgiata in purissimo AOR, contrassegnato da cori contagiosi. Tre canzoni, quelle di cui sopra, che sarebbero degli hit istantanei se vivessimo ancora negli Ottanta del secolo scorso.
Inoltre, se la cadenzata Running Out Of Time è ancora una volta orecchiabile, grintosa e spavalda e Jamie è corale ed euforica, il five-piece statunitense offre altrove variazioni di atmosfere: è il caso di Nothing Left Of Yesterday, midtempo/semiballad dal tono in parte cantautorale, di We Can Work It Out, ondeggiante fra trame roots, melodie e chitarre acustiche latineggianti, e Won’t Be Your Fool Again, altra puntatina in area roots e american music con chitarre vagamente blues-rock e piano honky tonk.
In Don’t Let Up, dunque, i Night Ranger si presentano ancora una volta tonici, spavaldi, guasconi, maestri di melodie e, stavolta, un poco più aggressivi del solito grazie alle sei-corde ma pure ad una sezione ritmica che procede sempre come un treno in corsa.
Impeccabili nel loro genere, Jack Blades e soci infondono ancora una volta ottimismo ed energia in chi gli ascolta, facendo del nuovo studio-album un appuntamento imperdibile per chi ama questa musica.
Francesco Maraglino