Recensione: Doomsday Derelicts
Nati nel 2000 e con all’attivo già 19 uscite tra dischi, live album, ep e demos, i Nachtmystium sembrano non volersi fermare, continuando a stravolgere il proprio sound tra una pubblicazione e l’altra. Li avevamo lasciati lo scorso anno con “Assassins: Black Meddle Part I”. Il disco aveva messo in luce le capacità di una band che non si poneva limite alcuno nel campo della sperimentazione, arrivando a proporre un genere a cavallo tra il black metal e il rock psichedelico di casa Pink Floyd, con risultati più che notevoli.
A distanza di un anno, eccoli tornare in questo 2009 con il nuovo ep “Doomsday Derelicts”, con il quale il quintetto cambia rotta, dirigendosi verso territori di intransigente black/thrash. Il risultato che ci viene presentato sono i seguenti diciotto minuti di musica nel corso dei quali gli americani tributano acts storici quali Venom e Slayer.
“Doomsday Derelicts” propone quattro pezzi estremamente diretti, composti da strutture semplici, quasi elementari, sulle quali il gruppo costruisce ritmiche e riffs lineari ma gradevoli, privando la musica della complessità delle precedenti produzioni.
Vocalmente il compito svolto si presenta generalmente buono: Blake Judd si dimostra un cantante duttile, sfoderando delle scream vocals di indubbia qualità. A queste si accosta di rado una voce di estrazione thrash che arricchisce i brani, rendendo il lavoro più vario ed accattivante.
Le canzoni si susseguono veloci e scorrono via senza troppi sobbalzi, mostrando una band in grado di muoversi con discreta sicurezza tra attacchi frontali ed aperture melodiche, riuscendo a mantenere un piglio discretamente personale in ogni frangente.
L’apertura dell’ep viene affidata alla breve “Bones”, una traccia in-your-face, breve e marcia, giocata su pochi riffs e su tempi piuttosto elementari, ma forse proprio per questo estremamente efficace. Apprezzabile l’interpretazione che, assieme al rumore di campane che si pùo udire sullo sfondo a più riprese, conferisce un mood sulfureo e funereo al brano.
Le restanti tre canzoni si concedono invece più alla melodia. A partire dalla seconda “Life Of Fire”, dotata di buone atmosfere (che richiamano lontanamente gli ultimi lavori firmati Abbath con gli I e gli Immortal), passando per la thrasheggiante “Hellish Overdose”, in cui si fanno forti le influenze dei Venom, sino ad arrivare alla conclusiva, cadenzata e minimale “Pitchblack Cadence”, tutto scorre via velocemente senza troppi problemi.
Se da un lato, però, “Doomsday Derelict” suona gradevole, ben architettato e a suo modo divertente, bisogna evidenziare la mancanza di sorprese o soluzioni in grado di colpire all’ascolto. E’ infatti questo il difetto principale che salta all’orecchio: tutto sembra essere fin troppo diretto e di facile assimilazione, rischiando di rendere l’ep in questione poco longevo.
Le tracce qui contenute non possono rappresentare il gruppo in maniera accurata, ma vanno considerate niente più che semplici tributi ai grandi artisti citati in apertura di recensione.
Uscita senza infamia e senza lode quest’ultima fatica dei Nachtmystium, adatta solo a chi vuole proprio avere tutto della band, senza lasciarsi scappare nulla.
Tracklist:
01 Bones
02 Life of Fire
03 Hellish Overdose
04 Pitchblack Cadence
Emanuele Calderone
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