Recensione: DoomSword
In un periodo in cui, per lo più, circolavano bands senza spina dorsale, che riciclavano sempre la stessa cosa chiamandola “power metal” (preceduto in genere da aggettivi al limite del ridicolo), dalla nostra Italia emerse un gruppone, i DoomSword appunto, che illuminò la stagnante scena metallica di allora con un album molto personale ispirato nientemeno che ai fasti degli anni 80.
Non a caso il sound dei DoomSword si rifà a vere e proprie leggende del calibro di Manilla Road, primissimi ManOwaR, Cirith Ungol, Warlord, Medieval Steel, Candlemass, Brocas Helm, Omen e via dicendo.
Preparatevi quindi ad un Epic Metal dalle fortissime tinte Doom, che vi farà rivivere la magia del Vero Metallo anni 80; brani come l’apripista “Sacred Metal” o l’aggressiva “Return to Imrryr” faranno la gioia di tutti i cultori del genere.
Tecnicamente la band è davvero abile nel creare brani corposi, evocativi, molto epici e oscuri allo stesso tempo. Tutto ciò è reso possibile dalle notevoli potenzialità tecniche dei musicisti; in particolar modo l’album vive un’atmosfera tutta sua grazie al timbro potente ed epico del singer NighComer.
Inoltre come potrete notare, il gruppo ha avuto la felicissima idea di coverizzare la terrificante “Nadsokor” dei mitici Cirith Ungol. Non c’è che dire, quest’album merita solo lodi e ammirazione!
Una band da seguire.
1) Sacred Metal
2) Warbringers
3) Helms Deep
4) One Eyed God
5) Return to Imrryr
6) Nadsokor
7) Swords of Doom
8) On the March