Recensione: Double X
Passato il giusto periodo di riflessione dopo un album discutibile come l’ultimo “Free” (2003), i Bonfire raccolgono idee e forze per un nuovo lavoro in grado di riportarli in vetta alle preferenze degli hard rocker.
La paura di sbagliare deve aver assillato molto Clauss Lessmann, singer e leader storico della band, tanto da indurlo a rispolverare un sound desueto e accantonato nelle recenti produzioni targate Bonfire.
Non possiamo ridurre certo l’analisi ad una mera questione tecnica, additando la “crisi” della band tedesca all’abbandono dei suoni di fine anni ’80 / inizio ’90 che fecero grande il genere in terra teutonica, con i Fair Warning a tirare il carro, anzi, l’aridimento compositivo di Lessmann e soci ha fatto rimpiangere in più di un’occasione i classici “Fireworks” e “Point Blank”.
Uno spiraglio, a dire la verità, il sottoscritto l’aveva adocchiato nel 2001, con quello “Strike Ten” che rimase comunque in bilico tra nasi storti e silenziosi assensi; tuttavia la speranza di questi ultimi era da considerarsi ben riposta se il risultato è quello di “Double X”.
Colpo su colpo il nuovo album straccia letteralmente il suo predecessore inanellando una serie di tracce davvero convincenti, su tutte la opener “Day 911” – dall’ovvio valore lirico se leggete il titolo come data in formato americano – in grado di rompere gli indugi e fugare le perplessità accumulate negli anni.
La voce di Clauss può non piacere, forse non è adattissima al rock iper melodico, e non a caso trova il suo terreno ideale in brani concitati e poco ariosi come “But We Still Rock”, “Right Things Right”, “Rap Is Crap!” e “Bet Your Bottom Dollar”. Sono pochi dunque, gli episodi ricchi di pathos o coralità, pochi i refrain anthemici – questo il cruccio maggiore, n.d.r. – ma quando vogliono i Bonfire sanno colpire nel segno: “What’s On Your Mind?” è il pezzo forte dell’album, a detta di chi scrive, candidandosi anche a miglior brano mai scritto dal combo bavarese, col suo ritornellone in pieno german hard rock style.
Tentano di bissare il flavour della song appena citata le ariose “Cry For Help” e “Notion Of Love”, mentre rimangono un po’ in ombra “Hard To Say” e “Wings To Fly”, quasi a testimoniare una chiusura in leggero debito d’ossigeno, salvo poi lasciare l’ultima cartuccia a “So What?”, per una degna ripresa del discorso interrotto con l’arrembante “Right Things Right”.
Ancora tipicamente tedesco è il sound delle chitarre di Hans Ziller, secco e graffiante, in primo piano anche sui brani acustici, come l’ampollosa ballad “Blink Of An Eye”, di cui è presente anche una extended version, alquanto inutile, che aggiunge ai già lunghi sei minuti dell’originale altri due minuti di accelerazioni solistiche del solito Ziller.
Più che gradito, dunque, il come back dei nostri è decisamente pirotecnico: i suoi punti deboli sono da ricercare col lumicino, mentre i pregi daranno ampie ispirazioni alle penne dei critici del globo. Noi appassionati, invece, ci limitiamo ad esultare per l’ennesima perla di hard rock melodico nata in questo 2006.
Tracklist:
- Day 911
- But We Still Rock
- Cry For Help
- Bet Your Bottom Dollar
- What’s On Your Mind?
- Blink Of An Eye
- Rap Is Crap!
- Notion Of Love
- Right Things Right
- Hard To Say
- Wings To Fly
- So What?
- Blink Of An Eye (Extended)