Recensione: Downcorpse Trasmigration Of The Soul
Ve li avevamo già presentati con un buonissimo demo, Defleshed To Build The Net, ed ora eccoli riproporsi con un Ep che non tradisce certo le aspettative. Ancora una volta il gruppo si fa avanti con un’autoproduzione, ma in questo caso la qualità è decisamente migliore: un buon suono per un gruppo che scava a fondo in tutto quel che è Brutal e non ha paura ad andare oltre. Insomma, un tentativo piuttosto buono di mettere in piedi uno stile personale, in un contesto che non facilita certo tale impresa. D’altra parte avevamo già apprezzato a livello di demo la tendenza al superare la somma di clichè, dunque il nuovo Ep, in linea con le speranze di chi aveva accolto favorevolmente il precedente sound, si profila come una conferma.
Rimanendo nell’ambito della costruzione di personalità, ricordo una tendenza degli Underhate a inserire stacchi lenti, ma di una lentezza ben oltre le consuetudini del genere: insomma, una sorta di derivazione Doom, non così rilevante da parlare di contaminazione ma sufficientemente consistente da far supporre una precisa ricerca. In queste composizioni tale tendenza sembra diminuire, confinata com’è alla sola seconda (stupenda) “St.up.ro.“. Il che non comporta tuttavia l’abbandono del suddetto stile personale: sposta semplicemente il discorso su un altro piano. Ora la relativa freschezza è suggerita da un buon uso di inserti non propriamente ortodossi rispetto al genere, che trovano pari dignità di altre strutture portanti più classiche: una commistione che nè ammorbidisce il suono nè lo rende indefinibile. L’approccio compositivo non nasce dal nulla: si ancora fortemente a precise tradizioni, ma nel ricombinare gli elementi inventa una formula non riducibile al già sentito.
Nella prima “Downcorpse Trasmigration Of The Soul” l’incipit rimanda ai vecchi Cryptopsy, sia per i cambi di tempo sia per la struttura che accumula un passaggio dietro all’altro, senza un ordine facilmente delineabile ma non intaccando l’organicità del pezzo. La già citata “St.up.ro.” è invece la mia preferita, in forza del sorprendente alternarsi di atmosfere che culmina nella stupenda parte centrale.
Nel complesso, la mancanza di strutture classiche a volte rende il discorso musicale degli Underhate dispersivo, e su alcuni passaggi si avverte una certa mancanza di coesione. Ma nel complesso i quattro brani sono ottimi, ben suonati e chiari indici di capacità compositive sopra la media. In attesa di un full-lenght che confermi definitivamente la mia opinione sulla band nostrana, vi consiglio caldamente l’ascolto di Downcorpse Trasmigration Of The Soul quale ennesima conferma dello stupendo vigore della scena estrema italiana degli ultimi anni: ennesima risposta a chi cinicamente denigra a priori quanto sfornato dalla nostra penisola, quando un atteggiamento ben più costruttivo sarebbe garantire il massimo supporto all’evidente talento che lavori come questo mettono in luce.
Matteo Bovio
Tracklist
01. Downcorpse Trasmigration Of The Soul
02. St.up.ro.
03. Turning Into Stone
04. Sands Of The Unknown
Line-up
Alex – chitarra, voce
Kane – voce
Fras – batteria
Sez – basso
Contatti
Alex Fassoli
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