Recensione: Dragonlord
Esce nel 1999 il seguito del debut album Champion eternal. Dragonlord è un disco davvero pregevole che, a mio parere, supera anche il successivo e ben più blasonato Stormbringer ruler e che ci mostra una band giovane e di qualità capace di proporre ottime canzoni dalle diverse sfaccettature. La produzione è molto migliorata rispetto all’esordio e riesce ad esaltare al massimo la voce possente e straripante di Morby; attualmente uno dei migliori metal singer della nostra penisola. Sentire i suoi acuti così sicuri e avvolgenti è puro godimento. La tracklist è varia e alterna sapientemente pezzi parlati ad altri molto lunghi e orchestrali non trascurando, in alcune schegge di puro power speed metal, il lato melodico.
In canzoni come Last of the dragonlord i Domine riescono a catturare l’attenzione con un deciso lavoro di riffing che accompagna l’ascoltatore, per mano, ad un coro melodico mentre il finale è affidato ad un solo elementare e lento ma di sicuro impatto. Più tragica Blood brothers fight dove le tastiere (decisamente Rhapsodiane) si sentono per tutta la durata di un pezzo misterioso che si apre solo a tratti, facendosi quasi desiderare! The ship of the lost souls è una riuscita ballad nella quale il tempo si ferma. Il tutto è lasciato in sospeso, in uno stato di attesa che ben si coniuga con i diversi assoli grigi conclusivi di Enrico Paoli (mente del gruppo). In Thunderstorm la voce di Morby si rende subito protagonista in un acuto impressionante. La Hit scorre imperterrita forte di una sezione ritmica convincente che, assieme al lavoro di chitarre, forma un mix letale che non lascia scampo. Defenders è la Land of immortal dei Rhapsody. Fin dalle prime note, infatti, le melodie risultano essere coinvolgenti, e mantengono vivo l’interesse dell’ascoltatore per 5 minuti da incorniciare e che non si vorrebbe avessero mai fine. La titletrack inizialmente è un’escalation, un crescendo inesorabile, di rara bellezza. Gli oh, oh sempre più forti, lunghi e pregnanti di Morby lanciano nel vero senso della parola la traccia in un riffing concreto che imperversa nelle strofe per poi nascondersi nel chorus pomposo, epico, e che riempie il cuore.
In definitiva, reputo Dragonlord un classico. Assieme ai primi due cd dei Rhapsody questo è il miglior cd di power Epic metal italiano che abbia mai ascoltato. Da avere assolutamente se si è appassionati del genere.
Tracklist:
01. Anthem
02. Thunderstorm
03. Last of the dragonlord
04. Blood Brothers fight
05. Defenders
06. Mars, the bringer of war
07. Dragonlord
08. Uriel, the flame of God
09. The ship of the lost souls
10. The battle for the Great silver sword.
