Recensione: Dragonride
La formazione tedesca della quale mi appresto a scrivere le seguenti righe ha avuto un passato alquanto particolare dal momento che è nata verso la fine degli anni ’80 quando il power-heavy metal in Germania spopolava al grido di lavori grandiosi di band emergenti come Helloween, Blind Guardian, Running Wild, Grave Digger… Ha fatto uscire un EP intitolato First Attack nel 1989 (dopo il demo dell’85 intitolato Thank For The God) e poi è scomparsa per ritornare nel 2003 con con una line up rinnovata. Il qui presente Dragonride segue Twentyfive, uscito un anno e mezzo fa. Non mi resta che concentrare, nel prosieguo della recensione, la mia attenzione in direzione del prodotto musicale, almeno quantitativamente parlando, estremamente ricco.
Basta prendere visione della brutta copertina stilizzata con castello medievale sullo sfondo e un’aquila nera in primo piano per capire che i mezzi messi a disposizione dalla Karthago Records per la produzione di questo album non sono stati esorbitanti. I titoli abbastanza pacchiani e richiamanti i Manowar fanno prospettare un lavoro prevedibile ed incentrato su un sound semplice, d’impatto, con buoni riff che fanno da immancabile perno per la struttura di brani “da sede live”. In molti casi le attese si rivelano essere fuorvianti e sovente vengono sconfessate quasi nella loro totalità; altre volte invece ci azzeccano al 100%: noi con questo Dragonride siamo esattamente nel secondo caso.
La tracklist, che vede ben 17 brani, ci fa capire una cosa molto semplice: i Black Hawk non sono certamente una band che ha voglia di sperimentare chissà quali trame musicali e dai “nostri eroi” 4-5 minuti sono giudicati il tempo appropriato per esprimere all’ascoltatore quel giusto mix di potenza e metallo rovente. In verità gli inediti di questo Dragonride si limitano ad essere 10 in quanto le ultime 6 tracce altro non sono che l’intero e già citato EP del 1989 (First Attack) e i nostri offrono anche 2 nuovi versioni di quei pezzi con la nuova line up. L’operazione da questo punto di vista è encomiabile perchè al prezzo di un cd è possibile avere molto materiale a disposizione ma la staticità musicale che caratterizza i Black Hawk rende l’ascolto in toto del cd altamente esposto al pericolo di sbadigli/noia. Mi sembra inutile cercare di descrivere canzoni che si somigliano nella struttura in maniera così palese. Se amate l’heavy metal diretto e senza fronzoli che affonda !
le sue radici negli anni ’80 troverete riff e assoli in quantità per poter fare un po’ di sano Headbanging. Lose My Mind, Black Hawk, Fight At Night e Dragonride sono tutti dei buoni esempi che vi possono far capire la bontà della band e della potenza che riescono a trasmettere con poche variazioni.
Un lavoro non trascendentale ma comunque piacevole per gli amanti del genere. Si ascolta senza difficoltà grazie a una produzione onesta e una buona tecnica (singer e chitarre gemelle in particolare) dei componenti che, con professionalità, dimostrano di essere capaci di riprodurre con forza in sede live la loro proposta musicale. Per gli affezionati del power-heavy metal tedesco degli anni ’80.
Paolo “FIVIC” Beretta
TRACKLIST
1. Dark Strange Night (New version)
2. Lose My Mind
3. Point of the sword (New version)
4. Fight At Night
5. Suicide
6. Dragonride
7. Burning Angels
8. Saturday Night
9. Let Us Break The Night Down
10. Black Wheel Dealer
11. Black Hawk
12. Our Lands (Bonus Track)
13. First Attack (Bonus Track)
14. Point Of The Sword (Bonus Track)
15. Midnight Hero (Bonus Track)
16. Sea Of Thousand Deaths (Bonus Track)
17. Dark Strange Night (Bonus Track).