Recensione: Drama
Gli Yes che nessuno si aspetta, forse nella piu’ aliena delle formazioni mai presentate nel corso della movimentata storia del gruppo. Jon Anderson e Rick Wakeman lasciano il posto ai due Buggles, Trevor Horn e Geoff Downes, dichiarati fans degli Yes, ma di tendenze musicali techno-pop, freschi artefici del successo mondiale Video Killed The Radio Star. Questo imprevedibile connubio genera uno dei piu’ grandi e brillanti capolavori degli Yes, l’ultimo in ordine di tempo appartenente alla “golden era” (’70-’80). Il giudizio su Drama da parte dei fans e’ ovviamente controverso, in particolare l’assenza del cantante storico Jon Anderson puo’ deludere alcuni, ma la sostanza musicale e’ intatta, l’approccio alle canzoni e’ piu’ ritmico che melodico ma gli ingredienti della Yes Music ci sono tutti, e Trevor Horn (in studio almeno, non tanto dal vivo…) fa del suo meglio per riprodurre i famosi duetti armonici stile Anderson–Squire. Geoff Downes cura gli arrangiamenti per tastiere in maniera molto diversa da Rick Wakeman o Patrick Moraz, illustri virtuosi che lo hanno preceduto, ma per l’economia dei brani risulta avere addirittura uno stile piu’ efficace pur essendo meno barocco e fantasioso. La scuola Yes condurra’ poi G. Downes a formare con S. Howe, J. Wetton e C. Palmer il supergruppo per eccellenza del progressive, gli Asia. Le canzoni di Drama sono tutte di altissimo livello, Machine Messiah e’ una suite brillante, cambi di tempo, cambi di tonalita’, alternanza di parti cantate e parti strumentali, suono duro e maestoso che diventa a tratti melodico e suggestivo, uno dei migliori pezzi degli Yes in assoluto, insieme con Sound Chaser, Siberian Khatru, Awaken e pochi altri. White Car e’ un preludio di G. Downes che lascia presto la scena alla hit Does it really happen ? uno dei piu’ grandi pezzi della musica rock costruiti su un riff di basso del grandissimo C. Squire (il vero leader del gruppo). Into the Lens e’ piu’ in stile T. Horn ma curata ed arrangiata da vero brano Yes, un pezzo che cresce e conquista l’attenzione lentamente ma inesorabilmente. Run Through the Light e’ forse la canzone meno entusiasmante, del resto e’ il recupero di un vecchio demo del periodo che precede la partenza di Anderson e Wakeman, ma offre spunti interessanti con T. Horn al basso e C. Squire al piano (!). La chiusura Tempus Fugit e’ un tributo piu’ o meno esplicito a se stessi, agli Yes, e ad un’era che stava finendo per sempre, brano veloce, incalzante, con tutti gli strumenti protagonisti, secondo tradizione. Il trio degli Yes “superstiti” Howe, Squire, White e’ in splendida forma e non c’e’ proprio nessuno da rimpiangere, credetemi. Se non vi piace Drama, solo perche’ non c’e’ Jon Anderson, probabilmente non siete veri fans degli Yes.
- Trevor Horn: Vocals & bass on 5
- Chris Squire: Bass, vocals, and piano on 5
- Geoff Downes: Keyboards
- Alan White: Drums
- Steve Howe: Guitars
- Machine Messiah 10:27
- White Car 1:21
- Does It Really Happen? 6:34
- Into the Lens 8:31
- Run Through the Light 4:39
- Tempus Fugit 5:14