Recensione: Drawbridge to Citadel of No More Dawn
I Morcolac sono una delle migliori band black metal del nostro paese in circolazione, provare per credere! A Vampiir Is Born e il successivo Vrykolakas sono dischi eccellenti che meriterebbero di essere recuperati. La band pavese suona un black metal epico che trae grande ispirazione dai Satanic Warmaster con un uso delle tastiere massiccio che rimanda al modus operandi del dungeon synth, e i risultati sono sorprendenti. Questo ep, uscito per Dusktone, conferma tutto il buono che è stato prodotto finora dalla band alzando ulteriormente l’asticella.
Drawbridge to Citadel of No More Dawn migliora infatti tutte le sfaccettature dei Morcolac a partire da un songwriting più complesso, intricato e fortemente ispirato: i tre nuovi brani proposti sono infatti uno più bello dell’altro e li si può mettere tranquillamente in loop per ore e ore. Musica esaltante, sognante, un piacere per le orecchie e con un uso delle tastiere fantastico. I Morcolac sanno arrangiare alla perfezione i loro brani, facendoli rendere sempre al massimo. Migliora anche la produzione, che ad esempio in Vrykolakas aveva la voce un po’ troppo alta, con suoni ben bilanciati e col giusto livello di sporcizia mentre tutti gli altri elementi sono chiaramente percettibili, rendendo il sound della band inconfondibile.
Completano il tutto intro, outro e una cover, appunto, dei Satanic Warmaster: The Chant Of Barbarian Wolves. La mezz’ora di nuovo materiale offerta dai Morcolac è di alto livello, e non vediamo l’ora di mettere le mani sul terzo album che uscirà nel 2025. Se il buongiorno si vede dal mattino…