Recensione: Dream The Dream
Nome familiare e molto apprezzato da critica ed appassionati, Stan Bush rappresenta essenzialmente quello che, in un’ipotetica enciclopedia dedicata, potrebbe essere definito come un autentico e credibile AOR Hero.
Versatile e completo, Bush cavalca l’onda melodica da ormai trent’anni: esordiente nel lontanissimo 1983, non ha mai abbandonato il proprio filone d’appartenenza, contribuendo con talento ed indiscutibile carisma alla grande epoca del rock d’oltreoceano targato anni ottanta, forte di un’identità artistica salvaguardata e mai svenduta ai trend anche in successivi periodi di oblio e lontananza dai grandi palcoscenici.
Con ben dieci album in carriera, numerose collaborazioni illustri ed alcune saltuarie incursioni in ambienti cinematografici (piuttosto celebri i brani per le colonne sonore di alcuni film di Van Damme e per il cartone animato “Transformers” del 1986), il cantautore statunitense può effettivamente proporsi in un ruolo da prim’attore per il genere, certo di un seguito affezionato e fedele, pronto ad accoglierne le uscite con attenzione ed interesse.
“Dream the Dream”, ultimo prodotto in ordine di tempo in una discografia caratterizzata da un livello qualitativo sempre d’alto profilo, non è altro che una conferma ed il riuscito proseguimento di un percorso musicale iniziato molti anni fa. Le coordinate stilistiche non mutano e si mantengono inalterate, rinvigorendo gli esiti positivi e le impressioni favorevoli – quando non entusiaste – percepite con forza nell’eccellente “In This Life” del 2007, disco che aveva ricondotto Bush su quotazioni autenticamente da AOR Heaven.
Morbido ma mai “moscio”, ruvido seppure corroborato da inusitata eleganza, abile nel pennellare armonie di facile, immediata e fulminea assimilazione, il songwriting del mastermind americano regge l’urto del tempo con la consueta efficacia.
Sopra ogni possibile critica l’esordio dell’album: il quartetto iniziale colpisce a fondo e distribuisce a piene mani piacevolissime “vibrazioni” destinate a perdurare a lungo.
“Never Hold Back”, “I’m Still Here”, “Don’t Give Up On Love” e “Two Hearts” inanellano una serie di melodic tunes da manuale, miscelando con classe e vibrante maestria echi di Survivor, Journey e Bad English, in un revival di sonorità ottantiane, che non si snatura in artifici modernisti pur non risultando in alcun modo ammuffito e stantio.
Buoni auspici mantenuti anche nelle successive “In My Life”, slow classico in stile Pride Of Lions / Richard Marx, “Love Is The Road” e “If This All There Is”, briosi mid tempo dai ritornelli abbacinanti che richiamano da vicino l’ispirazione compositiva del grande Jim Peterik.
Un pizzico di drammaticità in più nella magniloquente title track “Dream The Dream”, cui fa riverbero e contrasto la scattante freschezza della scorrevolissima e solare “More Than A Miracle”, senza ombra di dubbio, uno dei pezzi più riusciti dell’intera tracklist.
Con sensazioni calorose e vitalità “californiana” quasi cinematografica, il disco viaggia spedito verso la conclusione, dipingendo tramonti da spiaggia ed immagini estive con le eleganti ed edulcorate “Your Time” e “All That I Am”.
Chiude “Sam’s Theme”, remake di “The Touch” il maggiore successo di Bush, composto nel 1986 per la già citata soundtrack del cartone animato “Transformers”, qui completamente stravolto in una versione moderna, meno “svagata” ma non meno performante, a suggellare un’uscita di fattura superiore e squisito livello artistico, impreziosita dalla collaborazione di eccellenti professionisti del settore come Matt Bissonette, Matt Laug (Alice Cooper, Richard Marx, Eddie Money) e l’alter ego di Bush, Holger Faith agli strumenti, insieme a Bobby Barth (Axe, Blackfoot), Curt Cuomo (Kiss, Eddie Money), Ed Tree e Lenny Macaluso alla composizione.
“Dream The Dream” è dunque la conferma di tutto quanto di buono realizzato in una carriera encomiabile e di prestigio. Quando esperienza, classe e buon gusto riescono a manifestarsi in modo tanto lampante e diretto, concorrendo nel completare una serie di canzoni ideali per far breccia nel cuore di qualsiasi AOR fan, l’esortazione all’ascolto è, insomma, immediata ed inesorabile!
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Tracklist:
01. Never Hold Back 3:36
02. I m Still Here 4:47
03. Don t Give Up On Love 3:45
04. Two Hearts 4:10
05. In My Life 4:15
06. Love Is The Road 4:13
07. If This Is All There Is 4:25
08. Dream The Dream 4:47
09. More Than A Miracle 4:25
10. Your Time 4:32
11. All That I Am 4:33
12. Sam s Theme (The Touch) 3:47
Line Up:
Stan Bush – Voce
Holger Fath – Chitarre / Tastiera
Matt Bissonette – Basso
Matt Laug – Batteria