Recensione: Dynasty
Corre l’anno del signore 1979, i Kiss sono in questo periodo delle vere glorie del rock, i 4 americani vengono da una sbornia di successo incredibile dovuta alle loro precedenti release di pochi anni prima (sopratutto Destroyer e Love Gun) e dai rispettivi Tour quasi ovunque sold – out.
Nel 1979 dunque i nostri sono dei veri e propri miti viventi e, ben consci del loro incredibile successo si sono tolti anche lo sfizio di rilasciare un anno prima (1978) ben 4 album solisti contemporaneamente (nessun gruppo fino ad allora aveva mai fatto una cosa del genere), e la loro prima raccolta di hits (Double Platinum); ormai raggiunto l’obiettivo di diventare delle vere e proprie StarDom della musica rientrano in studio per lavorare al loro 7° album in studio (non considerando i 4 solo album naturalmente) che intitoleranno Dynasty.
Questo è nella storia il disco che ha spezzato la magia dei kiss sotto certi punti di vista, ma che sotto altri ha contribuito a far conoscere la band anche in altri contesti musicali, quali la disco-music e il pop.
Infatti Dynasty, pur essendo un disco da sempre criticatissimo dai fans storici della band, è un disco che ha venduto tantissimo e che contiene una killer track (“I Was Made For Lovin’ You) che è il marchio di riconoscimento dei Kiss per tutte le persone che di rock non hanno mai sentito parlare in vita loro (Un po’come “Wind Of Change” per gli Scorpions e “Smoke On The Water” per i Purple).
Anche se sono un grandissimo fan di questa band devo ammettere che ci sono lavori molto migliori, comunque invito chi critica il disco a priori di riascoltarselo con calma perchè qualche bella emozione questo Dynasty riesce a regalarla!
Paul Stanley, Gene Simmons e Ace Freheley appena entrati in studio devono subito far fronte ad un grosso problema, problema che ha un nome ed un cognome: Peter Criss, che non è riuscito a dominare la valanga di popolarità e di soldi che gli sono piovuti addosso in così pochi anni e si è letteralmente fatto schiavizzare dalla lussuriosa vita da rock star. Il nostro Catman ha infatti gravi problemi di salute dovuti alla droga e all’alcol di cui fa abuso e, oltre ad essere incredibilmente peggiorato nel suonare non ha nemmeno la voglia di registrare l’album. Infatti, dopo aver registrato le tracce di batteria e aver cantato “Dirty Livin'” (Per altro secondo chi scrive la migliore canzone di Dynasty), Criss si tira fuori e i restanti Kiss, scioccati dalla sua decisione vanno avanti assumendo dietro le pelli Anton Fig (che svolgerà degnamente il suo lavoro). Dynasty si apre con la killer track di cui accennavo prima nonché primo singolo dell’album “I Was Made For Lovin’You”. Si tratta del singolo più venduto della storia dei Kiss, un successone quindi dal punto di vista commerciale con quel refrain incredibile, studiato apposta per entrare negli orecchi e non uscire più dalla testa, ogni singola nota di questa canzone è studiata per colpire e rimanere impressa. Non sarà Rock duro, ma se mi permettete poche canzoni hanno un’intro così bella, con lo “Oh Yeah” di Stanley che fa venire i brividi ogni volta che lo si ascolta. Ottima apertura quindi anche se molto Soft dal punto di vista del sound.
Il disco prosegue con la bellissima cover dei Rolling Stones
“2000 Man” magistralmente interpretata da space Ace, la graffiante chitarra sugli scudi e tanto tanto sudore!
Altra canzone e di nuovo una sterzata verso il pop: “Sure Know Something” (2° singolo estratto dall’album) arriva nelle nostre orecchie
con una bella intro di basso che fa da preludio alla voce di Stanley dolce come non mai, quasi a cullarci salvo poi a esplodere nel refrain molto easy listening.
La 4° traccia di Dynasty è per me il pezzo migliore di tutto il platter, “Dirty Livin'” unica song suonata (e cantata) da Criss nell’album è davvero stupenda, intro incredibilmente 70s. Pare di ascoltare la sigla di uno di quei vecchi telefilm americani, e poi quella voce incredibilmente graffiante e rotta dall’alcol; il testo autobiografico fa assumere a questa song un’atmosfera incredibile (varrebbe la pena avere Dynasty anche solo per sentire questa canzone), fottuto Rock’n’Roll suonato con passione e sudore.
Il disco ora che ha toccato il suo punto più alto, ha una brutta caduta. Infatti segue a “Dirty Livin'” la mediocre “Charisma”, con Simmons al microfono (brutta canzone che a me personalmente irrita un po’), ma riprende la strada perduta la bella ed evocativa “Magic Touch” (proposta come singolo per il mercato europeo) con uno Stanley ancora superlativo; segue “Hard Times” con ancora space Ace alla voce e come nel caso di “2000 Man” ci si ritrova davanti ad una song di puro Rock’n’Roll sudato e grezzo anche se non riesce a trascinare come la precedente (questa non l’hanno scritta i Rolling Stones purtroppo).
“X Ray Eyes” è un titolo senz’altro evocativo e futuristico per la 2° song interpretata dal demone linguacciuto Simmons, e questa volta devo ammettere che il risultato è sicuramente migliore di “Charisma”, sopratutto grazie ad un refrain azzeccato e che rimane impresso al1’ascolto.
Ed eccoci alla traccia conclusiva di questo controverso disco, “Save your Love”, un’altra canzone che a me non piace affatto, prolissa e noiosa; questa volta il buon Ace faceva meglio a non aprire bocca! Una canzone che poteva comodamente rimanere fuori dal disco, ma si sa che il periodo non era dei migliori dal punto di vista dell’ispirazione e Dynasty ricalca pienamente questa situazione con pezzi più che buoni (“Dirty Livin'”) e pezzi onestamente brutti e noiosi.
In Conclusione Dynasty sicuramente non rappresenta uno dei migliori lavori dei Kiss ma non credo sia nemmeno da buttare, visto le tante schifezze che girano nel mercato della musica, e poi volenti o nolenti questo è un disco che ha fatto storia, un vero classico, quindi acquisto o ascolto obbligato per chi si sente un vero Rocker!
TrackList:
- I Was Made For Lovin’You
- 2000 Man
- Sure Know Something
- Dirty Livin’
- Charisma
- Magic Touch
- Hard Times
- X Ray Eyes
- Save your Love