Recensione: Dzień Nocy

Di Daniele D'Adamo - 16 Marzo 2012 - 0:00
Dzień Nocy
Band: Genius Ultor
Etichetta:
Genere: Black 
Anno: 2011
Nazione:
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78

Come se già non bastasse il degenere progetto Stillborn, a turbare gli incubi dei patiti del metal estremo vecchia scuola, tre dei suoi artefici, Tomasz “Killer” Zięba, Ataman Tolovy e Dominik “August” Augustyn, percorrono una scellerata vita musicale parallela con i Genius Ultor. Stavolta, rispettivamente con gli pseudonimi di Wirus, Zgorzel e Kra, danno vita a questo full-length, “Dzień Nocy”, stampato alla fine del 2010 che, a oggi, è il primo e unico della loro breve carriera cominciata nel 2008.

Guai a chi pensasse, però, che i Genius Ultor siano solo e soltanto una copia carbone degli Stillborn. Nonostante la materia prima, cioè i musicisti, siano in pratica i medesimi, i primi hanno un taglio spiccatamente black, così come i secondi l’hanno eminentemente death. Lasciando quindi perdere questi ultimi e i confronti che non hanno ragione d’essere, conviene concentrarsi sui Genius Ultor per non perdere quel buon disco di raw black metal che è “Dzień Nocy”.

Un black scevro da sinfonie, melodie arcane e passaggi eterei, che fonda la sua natura nella furia primordiale degli elementi naturali, rimandando così il pensiero a quel paganesimo e a quella misantropia che, spesso, sono stati messi da parte dalle band che praticano il nero metallo. Nella furibonda miscela sonora preparata da Wirus e compagni, oltre alla violenza scaturita dagli strumenti musicali lanciati a velocità folli, c’è l’estrinsecazione delle buie paure che albergano nell’Uomo, possibile grazie alla miriade di riff partoriti dalla chitarra dello stesso Wirus. Riff che si basano su accordi dal tono tetro e oscuro, capaci di generare, in chi ascolta, un gelido senso d’angoscia e inquietudine. Le scudisciate del tremendo basso di Zgorzel e le spaventose accelerazioni del drumming di Kra, unite a questo riffing ‘così black’, fanno del sound dei Genius Ultor un must assolutamente imperdibile per chi ama il genere nella sua primordiale e affascinante purezza come quello cannoneggiato, giusto per fare un esempio, dai tedeschi Endstille. La folle di ugola di Wirus, scatenata in uno screaming lacerante e potente, definisce in modo definitivo, infine, uno stile certamente non originale ma maturo e costante; coerente a se stesso durante lo svolgersi dei diciassette brani che compongono l’album.

Canzoni che, per una trovata magari non geniale ma interessante, hanno un andamento altalenante. Difatti, “Introdukcja”, “Antyfona 1”, “Antyfona 2”, “Antyfona 3”, “Antyfona 4”, “Antyfona 5”, “Antyfona 6”, “Antyfona 7” e “Koda” sono solo degli intermezzi ambient che fanno da cuscinetto agli altri pezzi, uno più devastante dell’altro. E, questo stratagemma, produce due effetti: il primo, di tenere lontana la noia spezzando e variegando l’atmosfera; il secondo, di rendere ancora più percepibile il tremendo impatto di song quali “Prawo Do Wojny Moim Jest”, “Apage Katabas” (stupendo il suo riff portante ‘alla Morbid Angel’) o l’hardcoreggiante “Nienawiść”. Non è solo questo, tuttavia, a rendere così buono “Dzień Nocy”. È proprio la qualità artistica delle composizioni a far sì che le stesse, pur non avendo nulla d’innovativo, siano a loro modo accattivanti. Il giusto bilanciamento fra complessità, linearità e profondità è un risultato difficile da ottenere, soprattutto quando la potenza in gioco è così elevata. Ma, evidentemente, grazie a un talento niente affatto comune, Wirus, Zgorzel e Kra ci riescono in pieno!

Genius Ultor è un progetto che si somma a tanti altri nel dimostrare l’estrema vivacità di quel movimento undeground che, lontano dalle luci della ribalta, popola i più freddi e reconditi anfratti delle terre di Polonia; un underground costituito da band black/death dall’ottimo spessore tecnico/artistico in grado di dare alle tenebre creature tanto brutali quanto affascinanti come “Dzień Nocy”. Per trovarle occorre scavare a fondo con le mani sino a farle sanguinare ma, come in questo caso, ne vale proprio la pena.   
   
Daniele “dani66” D’Adamo

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Tracce:
1. Introdukcja 1:55     
2. Prawo Do Wojny Moim Jest 2:51       
3. Antyfona 1 1:16     
4. Apage Katabas 2:20       
5. Antyfona 2 0:34     
6. Dzień Nocy 3:18     
7. Antyfona 3 0:34     
8. Nienawiść 1:53       
9. Antyfona 4 1:00     
10. Rondle Wojny 2:29       
11. Antyfona 5 1:28     
12. Pożegnanie Ojczyzny 3:00       
13. Antyfona 6 1:47     
14. Zdrada 4:13       
15. Antyfona 7 0:47     
16. Agonia Ona 2:35       
17. Koda 1:41

Durata 34 min.

Formazione:
Tomasz “Wirus” Zięba – Chitarra e voce
Ataman “Zgorzel” Tolovy – Basso
Dominik “Kra” Augustyn – Batteria
 

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