Recensione: E-xtinction [Reissue]

Band: Carcariass

Album

Etichetta:

Genere: Death 

Anno: 2016

Nazione:

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70

“E-xtinction” è la quarta uscita in studio per i francesi Carcariass. Originariamente pubblicato nel 2009, l’album viene dato alle ristampe quest’anno. Il progetto, non così noto ai più, è d’indubbio valore e nasce originariamente nel 1991, seguendo le orme delle classiche band death metal. Molti gli elementi melodici via via inseriti, tratto distintivo di un progetto che non lesina certo tecnica, e che intreccia nel prosieguo svariate ambientazioni.

Sfiorando e poi affondando nel concetto di virtuoso, la chitarra intesse un lavoro egregio, inerpicandosi su vette attitudinali che non molti hanno saputo raggiungere nella loro carriera. Mescendo i più classici Death, con la scuola svedese, i Carcariass denotano una certa dinamicità, un’eruzione di colori che potremmo paragonare al primo raggio di sole di un’alba d’inverno. Il bianco si colora di arancione, luce mostra ombre che disegnano angosce, sciogliendo ghiaccio che pareva impenetrabile.

L’album per la maggioranza della durata è strumentale, e di certo risulterà ostico per la quantità di pindarici, e a volte cacofonici, cambi di tempo. Come molte volte accade in questi casi, è difficile discernere quanto di tutto ciò ricada in scolastici soli, e quanto invece possa essere riconducibile a un’emotività espressa in tal guisa. È ovvio come “E-xtinction” possa essere interpretato anche come esercizio metrico, ma anche come vi siano una moltitudine di spunti che derivino da un rude approccio old school.

Troviamo di maggior interesse le tracce con la presenza della voce, se non altro per un’espressività accentuata e più naturale che ne consegue. L’elemento progressive è rigoglioso in più punti, e arricchisce di contenuti i pezzi, diventando esplosione di una natura ora libera da quel gelo che in precedenza la soffocava e premeva.

Il senso di riproporre un lavoro di questo tipo, è di certo quello di far batter il cuore ad alcuni nostalgici e agli amanti del più tecnico ed estremo dei suoni. Certamente tutto ciò potrà essere un’arma a doppio taglio, poiché se non siete degli estimatori, non cambierete di certo idea.

Il rischio, poi, è che non essendo “E-xtinction” un classico imprescindibile, molti lo paragoneranno ad altro, senza poi sviscerarne i contenuti che, a conti fatti, sono fedeli e riconducibili a vie già solcate da realtà quali Cynic e Death. Al di là di questi aspetti, la tecnica della band non si discute, e se andate cercando un raffinato death metal, dalle tinte progressive e melodic, tagliente e in grado di smuovere passate emozioni, qui troverete un approdo sicuro.

Stefano “Thiess” Santamaria