Recensione: Eat Your Heart Out
Ancora nord europa. Per la milionesima volta, Svezia.
E tanto per cambiare, roba buona. Classica, suonata come il Padreterno comanda.
Fatto. I Vypera ed il loro debutto per Frontiers sono belli recensiti e possiamo anche passare oltre.
Anche se, in effetti, sarebbe un pelo ingeneroso non soffermarsi qualche istante a descrivere per sommi capi un album di debutto che sembra schizzare fuori dal 1985 e suona maturo come se ad inciderlo fosse stata una band di vecchi marpioni.
Bel colpo della beneamata Frontiers, a testimonianza di come non di soli progetti studiati a tavolino la label italiana abbia zeppo il catalogo.
Un’intuizione felice, ‘na botta di fortuna o brillante capacità di scelta, poco importa. I Vypera, sin dalla copertina vintage, sono un balsamo per il cuore e le nostalgie di chi vive e respira hard e heavy metal classici. I Saxon, i Q5, i Priest con una venatura class metal dei Dokken, si agitano nei solchi di un esordio che ristora e riconcilia con quella che è la parte più verace della nostra anima di vecchi rocker. Una scintilla primigenia, un afflato nostalgico che ci riporta indietro a quando scoprivamo con entusiasmo le primizie che questa musica ci poteva offrire.
Heavy ad alto tasso melodico: una delizia che non ha l’odore della novità inattesa ma, vista la convinzione e la perizia con cui è confezionata, ha un sapore piuttosto genuino ed inebriante.
Brani che scappano lesti senza grossi intoppi e danno la sensazione di non voler cercare complicazioni o chissà quanti e quali artifici. Chitarre solide, voce squillante ed una sezione ritmica che segue e supporta. L’heavy metal come lo conoscevamo, giusto con un po’ di concessioni all’orecchiabilità tali da renderlo appetibile anche a chi preferisce il meno tagliente hard rock.
Che ci sia ancora qualche giovane band in grado di farlo piuttosto bene, senza cadere nel ridicolo e con ottime qualità, è una soddisfazione notevole.
In due parole, un bel disco, che si beve tutto d’un fiato e si spera possa permettere alla band di Andreas Wallström qualche soddisfazione, in modo da consentire ai Vypera di inciderne altri in futuro.
Sempre con il medesimo spirito “old school”, limpido ed incontaminato.
