Recensione: Echoes from Mind
Spesso si usa dire che “l’erba del vicino è sempre più verde” tralasciando la possibilità di accorgerci che anche nel nostro giardino possiamo trovare un bel praticello florido. E’ questo il caso di Fabio Lentola, valente musicista/produttore attivo nella zona di Padova (e dintorni), noto per essere il chitarrista/fondatore degli Anarchy-X, ovvero il gruppo cover ufficiale dei Queensryche. Chi come me ha ascoltato questa band conosce le ottime capacità di Fabio (e di tutta la sua band!) sia come chitarrista che come produttore. Quello che sorprende ulteriormente in questo suo esordio solista, è scoprirlo raffinato autore, dove le sue doti di musicista ben si prestano a quelle di songwriter. Il cd in questione, “Echoes from Mind”, è composto da un’unica suite (17 minuti!!!) suddivisa in sei atti, nei quali traspare tutto l’amore di Fabio verso il suo genere preferito, il progressive. La sensazione che ho avuto nell’ascoltare questo brano è quello di una fusione tra i Fates Warning (Periodo “A Pleasant Shade of Gray”) e i Planet X, dove inserti Fusion si amalgamano alla perfezione con partiture metal/progressive. Il grande pregio di questo disco è quello di non perdersi mai in inutili e prolissi esercizi di tecnica, dove comunque Fabio dimostra di averne a iosa. Grazie a questa caratteristica i 17 minuti del brano scorrono via piacevolmente, dove il suono di una pioggia battente ci accompagna attraverso i vari momenti del disco, inizialmente più tirati (“One”, “Confused”), fino a condurci alla parte finale più soft e riflessiva (“Strange but Real” e “Flowing Memories). Alla fine di questo brano ho avuto il rammarico che fosse già finito, perché è forte la voglia di volerne ancora. Di musica così profonda, sensibile e soprattutto suonata con gusto, non se ne sente molta in giro, e quando capitano gioielli di questa caratura sarebbe un gran peccato lasciarseli scappare. E intanto in classifica continua a regnare la solita immondizia….. Poi però non lamentiamoci!
