Recensione: Eclipsed Vision

Di Riccardo Angelini - 15 Luglio 2008 - 0:00
Eclipsed Vision
Band: Disclose
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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70

Non era facile, ma ce l’hanno fatta. Provenienti dalla provincia modenese, i Discolse hanno provato a mescolare stili musicali lontani se non in aperta opposizione fra loro, come heavy, nu metal e prog, e i risultati hanno dato loro ragione.

Con una copertina d’impatto come biglietto da visita, il quintetto emiliano debutta con un disco destinato a farsi apprezzare in ambienti diversi. C’è il lato melodico, che si concretizza soprattutto nei ritornelli, sornioni, avvolgenti, sempre facili da memorizzare, così da rendere facilmente identificabili le canzoni. C’è il lato moderno, riconducibile a un sound nitido e pulito che trova i suoi tratti distintivi nel groove, nel riffing compatto e nelle stoppate. C’è il lato tecnico, provvidenziale elemento di discontinuità che impedisce ai brani di adagiarsi su sonorità troppo lineari o prevedibili, imponendo frequenti cambi di tempo e astute variazioni melodiche. E poi ci sono le singole intuizioni vincenti.

Le canzoni di durata contenuta (tre-quattro minuti in media) dicono subito quello che hanno da dire senza perdersi in inutili ghirigori: ‘The Small Garden’ non potrebbe essere opener più eloquente. Il ventaglio di influenze è ampio ma coerente, rimandando a gruppi come Korn (soprattutto a livello vocale), Tool, Pantera, Fear Factory, ma anche ai Dream Theater del controverso Train Of Thought. I primi brani impongono standard di qualità decisamenti impegnativi: ‘My Protection’ scaravente l’ascoltatore in uno spigoloso dedalo ritmico, ‘No Eyes On My Face’ lo avvince con le sue strofe pallide e sofferte, ‘Touchin’ My Ghost’ lo sbaraglia azzeccando gli inserti di synth e l’avvolgente ritornello. Difficile mantenersi su questi livelli fino alla fine e infatti, quando la melodia si appiattisce e la fantasia ritmica comincia a latitare, una certa monotonia imprigiona i brani meno riusciti. La band prova a trarsi d’impiccio inserendo influenze funky (‘My Son’), o insistendo sul contrasto groove/melodia (‘Out Of Reality’, ‘Your Milky Skin’), con risultati non del tutto convincenti, soprattutto quando la ruffianeria nu-metal prende il sopravvento sul coraggio compositivo.

Il calo fisiologico nel finale non deve comunque far dimenticare quanto di buono espresso con i primi brani. La proposta dei Discolse è solida, matura e sufficientemente personale, sebbene ancora legata a un certo tipo di sonorità particolarmente in voga sul finire dello scorso decennio. Non già innovativo ma piuttosto efficace e subito piacevole da ascoltare, la prima uscita ufficiale dei Discolse arricchisce la scena italiana di una band dotata di un potenziale bellico di tutto rispetto. Per il futuro le premesse sono più che interessanti: nel frattempo chi apprezza tecnica e melodia e non ha paura delle contaminazioni moderne può già inserire ‘Eclipsed Vision’ nella propria lista della spesa.

Riccardo Angelini

Tracklist:
1. The Small Garden
2. My Protection
3. No Eyes On My Face
4. Shades Of Blindness
5. Touchin’ My Ghosts
6. Emptiness
7. Out Of Reality
8. My Son
9. Your Milky Skin
10. Ruinous Fall

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