Recensione: Ecliptica
Le fredde terre del nord, la Scandinavia in modo particolare, nel passato recente hanno sempre dato un forte contributo alla causa del power e dell’ heavy metal in generale. Children of Bodom, Hammerfall, Stratovarius e i recentissimi Thunderstone sono i primi nomi che mi vengono in mente. Dal 1999 si sono aggiunti a questi gruppi anche i finlandesi Sonata Arctica (occhio a dimenticarvi la C, come sovente capita) grazie al loro debutto: l’ormai celebre Ecliptica che tenterò di descrivere con un breve track by track.
Blank file è un’opener diretta che con il suo ritmo serrato non lascia scampo. La voce alta e pulita del leader Tony Kakko è ben accompagnata dalle tastiere e dalla chitarra di Jani Liimatainen che, fin da subito, dimostra di avere tecnica e velocità. Un mix vincente più volte riproposto nel lavoro. Più facile l’Hit My Land dotata di un bel riff, un chorus accattivante e linee melodiche di grande livello. Con 8th commandment i Sonata aumentano ancora il tempo e le somiglianza con i connazionali Stratovarius si fanno più evidenti, specie nelle strofe che volano in un baleno. Tra i pezzi più riusciti bisogna citare Replica. Un lento che emoziona con ritmi immobili, un cantato passionale in simbiosi con il testo (parla di un uomo che dopo la guerra torna a casa ma non è più se stesso) e atmosfere tristi spezzate magistralmente da un riff/solos nel break centrale. Segue la sfrenata ed allegra Kingdom For A Heart nella quale le tastiere sono le vere protagoniste. Un buon apripista per Fullmoon: mid tempo dal potenziale commerciale davvero notevole che, dopo un inizio in sordina, si anima per sfociare in un coro in crescendo irresistibile (ancora meglio in sede Live). Letter To Dana risulta essere un po’ troppo scontato per le mie orecchie facendomi ritenere che forse bastava Replica per mettere in mostra il lato più lento dei finnici. La velocità, le melodie curate fanno scorrere Unopened senza problemi fino all’ ottimo coro ripetuto troppe volte. In Picturing The Past la voce di Kakko abbraccia tonalità più aggressive con risultati positivi per una canzone caratterizzata da assoli di tastiera e chitarra che non lasciano un attimo di respiro. Chiude il disco l’altalenante Destruction Preventer nella quale accelerazioni sono alternate a bruschi rallentamenti che fanno rimanere elevata l’attenzione dell’ascoltatore.
Acclamato e considerato dai più come un classico questo Ecliptica per me è, e rimane, un buon album: cosa non da poco per un esordio. I Sonata Arctica hanno dimostrato di avere tutte le carte in regola per potere sfondare. Il binomio Kakko / Liimatainen si è dimostrato essere molto affidabile e capace di garantire sicurezza alla band. Per quanto riguarda i difetti ho trovato anonimo il bassista e il disco, anche se ben suonato e dotato di buone/ottime canzoni, presenta alcune tracce incolori e che richiamano troppo gli Stratovarius. La produzione inoltre non è impeccabile. Ecliptica è da considerarsi come un ottimo biglietto da visita: sarà compito del successivo Silence dimostrare la maturità acquisita dalla band.
Top Songs: My Land, Replica, Fullmoon.
Skip Song: Unopened.
Tracklist:
1. Blank File
2. My Land
3. 8th Commandment
4. Replica
5. Kingdom For A Heart
6. Fullmoon
7. Letter To Dana
8. Unopened
9. Picturing The Past
10. Destruction Preventer