Recensione: Edge of Thorns
I Savatage sono forse uno dei gruppi più sfortunati che la storia del Metal ricordi, nonché uno dei più sottovalutati, almeno per quello che riguarda la prima parte della loro carriera.
Questo “Edge of Thorns” segna il primo dei tanti stravolgimenti di line up, purtroppo non sempre volontari, che la band ha dovuto affrontare nel corso della sua storia, cioè l’abbandono da parte di Jon Oliva alla voce, infatti il mastodontico ex singer da questo album inizierà ad occuparsi solo delle parti di tastiera. Il sostituto di “Mountain King” Oliva è Zachary Stevens, sconosciuto cantante americano dalle potenzialità enormi, come avrà modo di dimostrare durante le 13 tracce che compongo questo album.
L’apertura è affidata alla splendida title track, aperta da un magnifico giro di piano che fa spazio quasi subito allo splendido riff di chitarra del mai troppo compianto Criss Oliva. La song è davvero qualcosa che rasenta la perfezione, con melodie paradiasiche accompagnate dalla potente chitarra di Criss e da una sezione ritmica, composta dal solito Johnny Lee Middletone al basso e da Steve “Doc” Wacholz alla batteria, davvero perfetta per dinamica ed impatto.
Il disco è davvero un susseguirsi di pezzi uno più bello dell’altro, da “He Carves his Stone”, dove i Savatage mettono un mostra il lato più groovy del loro songwriting, passando per le splendide “Follow Me”, con un Criss Oliva davvero maestoso nei soli e delle melodie incredibilmente efficaci, la struggente outro di pianoforte “Exit Music” davvero splendida nella sua semplicità, “Degrees of Sanity”, dove a mettersi in evidenza è il lato più cupo del gruppo, grazie a riff dal sapore oscuro ed alla voce di Stevens che riesce, grazie alla sua versatilità, a dare sempre la giusta interpretazione alle creazioni del magico terzetto Jon Oliva- Paul O’Neill- Criss Oliva, “Conversation Piece”, con il suo incedere sempre maestoso ma allo stesso tempo melodico e con la linea melodica vocale forse più bella dell’intero lavoro, cosa assolutamente non facile visto l’altissimo livello delle composizioni che i Savatage ci offrono in questo album, fino alla conclusiva “Sleep”.
È davvero difficile trovare un punto debole in “Edge of Thorns”, un album in cui nulla è stato lasciato al caso e che è completamente privo di cali di tensione, basta ascoltare la magnifica ballad “All That I Bleed” per rendersi conto della qualità impressionante del songwriting di questo disco.
I suoni riescono davvero a dare quella marcia in più all’album, riuscendo a dare il giusto spazio a tutti gli strumenti e facendo così apprezzare anche le sfumature più nascoste dei vari pezzi.
Tecnicamente i Savatage sono praticamente intoccabili, tutti i musicisti sono davvero di altissimo livello, ma di sicuro una nota a parte lo merita il lavoro fatto alla chitarra da Criss, sempre di un buon gusto davvero impareggiabile.
Purtroppo la tragedia che ha colpito Criss Oliva ha privato la scena Heavy Metal di un musicista dal talento incredibile, nonché di una persona splendida, un talento che sinceramente non ha ancora trovato un sostituto degno, nonostante i grandi musicisti che hanno fatto parte dei Savatage dopo questo album, sfortunatamente un incidente stradale ha privato la nostra musica di un grande chitarrista e di un ancora più grande compositore, che avrebbe potuto far diventare la sua band ancora migliore di quello che è adesso.
Un disco che secondo me non dovrebbe mancare nella collezione di nessuno, un album che contiene delle canzoni che meriterebbero molta più attenzione da parte di chi oggi si esalta per gruppi che cercano di ricreare la magia contenuta tra i solchi di questo album, senza mai riuscire nemmeno lontanamente ad avvicinarne la maestosità e, soprattutto, senza mai riuscire a ridare, almeno a me, le emozioni che la musica contenuta in “Edge of Thorns” riesce a darmi.
