Recensione: Eerie Monsters

Di Roberto Gelmi - 18 Febbraio 2023 - 12:00
Eerie Monsters
75

Gli All My Shadows sono un progetto nato dalla costola dei Vanden Plas. Le intenzioni dei fondatori Stephan Lill e Andy Kuntz erano quelle di creare una band non metal-oriented ma vicina a sonorità hard rock, riscoprendo l’amore dei due per gruppi come Whitesnake, Ozzy Osbourne e Dokken, giusto per citarne alcuni dei più famosi. Stephan Lill parla di “hard rock with a powerful production, peppered with modern musical elements” (hard rock con una produzione potente, impreziosito da elementi di musica moderna), la stampa conia il termine “new retro-rock”, ma siamo sicuri che gli All My Shadows si discostino poi molto dai cugini Vanden Plas vista la line-up chiamata in causa? Di fianco al chitarrista e al cantante summenzionati ci sono infatti Andreas Lill alle pelli, Franky R. al basso e alle tastiere Markus Teske, proprietario dei Bazement Studios e addetto al mixaggio dei dischi targati Vanden Plas dal lontano 2002…

Proviamo allora a immergerci nell’ascolto di Eerie Monsters e decidere se abbiamo a che fare con qualcosa di davvero innovativo oppure no.

L’opener “Silent Waters” ha un avvio scenografico e potente. Quello che colpisce subito è, come prevedibile, la vicinanza al sound dei Vanden Plas: siamo di fronte a tanta melodia, ritmiche rocciose e un drumwork quadrato. I cori sul ritornello richiamano vagamente sonorità hard rock, ma è difficile tagliare il cordone ombelicale con la band madre. Abbiamo conferma della vicinanza di sound proseguendo l’ascolto. “A Boy Without A Name” è un pezzo graffiante con un Kuntz sugli scudi, perfettamente a suo agio in un refrain arioso. Se è vero che in certi momenti le ritmiche si fanno meno heavy, resta il fatto che non risparmiano i decibel e una distorsione metal.

“Syrens” si candida a essere una delle hit song dell’album: i sei minuti rifiniti di cuisi compone mostrano tutte le potenzialità degli All My Shadows. Dopo un inizio ammiccante regala strofe impetuose, ottimi sintetizzatori e un ritornello memorabile. Da segnalare anche alcune seconde voci femminili. Forse la differenza con i Vanden Plas sta proprio nella ricerca di una maggiore melodia, iniziano a delinearsi alcune sfumature in tal senso. Dopo la discreta “Lifeforms”, ci troviamo di fronte a “Wolverinized”, brano più lungo in scaletta e con una strizzata d’occhio ai Deep Purple. Il risultato è un pezzo pomp rock che si fa trascinante grazie all’ugola d’oro di Kuntz, bravo a non strafare.

Gli ultimi venti minuti del disco continuano il discorso senza cali significativi. “The Phantoms Of The Dawn” regala un bell’assolo di Stephan Lill e i cori sono il tocco in più che ci vuole per impreziosire il tutto. “Farewell” è una ballad che punta dritta al cuore, vengono in mente certe sonorità del progetto Abydos di Andy Kuntz. Chiudono il sipario “Devil’s Ride” e “All My Eerie Monsters”, coppia di brani ben strutturati e col giusto groove.

Cosa dire, dulcis in fundo, del debutto degli All My Shadows? L’artwork dipinge i mostri inquietanti di Lill e Kuntz, e rivela le loro idiosincrasie, oltre al tentativo di reinventarsi proponendo un sound più hard rock rispetto al metal progressivo dei Vanden Plas. Il risultato sono nove pezzi che mostrano un primo tentativo di far emergere questa nuova vena musicale: per ora non gridiamo al miracolo, resta buona musica, ma è ancora troppo patente il debito nei confronti dei VP. La produzione potrebbe aiutare se fosse meno satura e più leggera. Vedremo se in futuro i nostri affineranno il tiro.

Ps sarebbe stato interessante avere una cover come bonus track, magari dei già citati Deep Purple, oppure degli Uriah Heep. Andy Kuntz resta una forza della natura e sarebbe bello sentirlo alle prese con dei grandi classici.

 

Ultimi album di All My Shadows