Recensione: Elation
La storia della musica, e in particolare del rock duro, è costellata di esempi di band, anche di primissimo piano, che, magari a seguito di litigi o incomprensioni, si sono separate da colui che, con il suo “strumento”, più degli altri ne caratterizza la musica e finisce spesso per rappresentarne il tratto maggiormente distintivo all’ascolto: il cantante. Dai Black Sabbath ai Deep Purple, passando per i Rainbow fino a esempi meno vetusti come Iron Maiden ed Helloween, il più delle volte il passaggio del testimone al microfono ha comportato anche un evidente cambio di sonorità: impossibile confondere “Paranoid” con “Heaven And Hell” o “Killers” con “Seventh Son Of A Seventh Son”. Esistono, tuttavia, anche esempi di gruppi in cui il meccanismo è inverso: tale e tanta la personalità degli strumentisti, che voci piuttosto similari (scelte ovviamente in maniera tutt’altro che casuale) non vanno a modificare in maniera troppo marcata il sound complessivo, come nel caso dei Toto o dei Journey.
Perché questo preambolo? Perché dopo undici album e ventotto anni di carriera anche per i mitici Great White si è consumata la separazione con l’amatissimo vocalist Jack Russell, un’artista forse più di altri indissolubilmente legato alle sorti e alle fatiche della band madre, magari meno ingombrante di Ozzy Osbourne o di David Lee Roth, ma anche più fragile, come a posteriori è venuto a galla. Le avvisaglie, a dirla tutta erano ben visibili da parecchio tempo: un lungo periodo di degenza in clinica, purtroppo non difficile da collegare al passato fatto di eccessi e di dipendenze di Jack Russell, e poi una lunga serie di concerti degli Squali Bianchi con il povero Jani Lane prima e Terry Ilous dopo a fare le veci dell’irrequieto vocalist. Eppure finché non attaccano i primi versi di “(I’ve Got) Something For You” ancora non ci si crede.
Lo schock, almeno al primo impatto, è fortissimo, inutile girarci attorno. Ciononostante, una volta superata la naturale diffidenza, è la musica a parlare, e va detto che tra le due macro-categorie accennate in precedenza, i “nuovi” GW appartengono sicuramente alla seconda. Il flavour hard blues malinconico delle passate produzioni emerge in maniera viva e vitale e non mancano nemmeno le classiche sferzate hard, accentuate da una voce, quella di Terry Ilous, che forse non ha più il vigore dei tempi d’oro, ma mantiene comunque un fascino alcoolico e vissuto che dona alle composizioni, in più d’un’occasione, un deciso flavour glam. L’opener, “(I’ve Got) Something For You” è un hard ‘n’ roll veloce e sbarazzino, orecchiabile quanto basta e in puro stile Great White, un buon viatico per un album che andrà in crescendo con lo scorrere dei minuti. Si sale di tono e di intensità con la successiva, tagliente, “Feelin’ So Much Better”, riff cromati, guitar work affilato e un Terry Ilous incisivo quasi come all’epoca della militanza negli XYZ; il break in stile Whitesnake di fine anni ’80 crea un bello stacco che conferisce ulteriore mordente alla volata finale.
“Love Train” ha tutti i tratti caratteristici dell’hard blues, con l’incipit a base di armoniche e l’andamento sonnolento, pronto ad infiammarsi improvvisamente, mentre il rock più catchy ed elettrico torna a farla da padrone sull’ottima “Heart Of A Man”, forse una delle canzoni che danno maggiormente l’impressione di essere state composte immaginando che vi fosse Jack Russell alla voce, per quanto il nuovo cantante riesca nell’ardua impresa di non farne eccessivamente sentire la mancanza. Conoscendo gli Squali di Los Angeles non poteva mancare una ballata degna di tal nome ed ecco il turno di “Hard To Say Goodbye”, uno dei loro lenti più belli di sempre: dolce, splendidamente crepuscolare, forse resa meno accorata e più decadente dall’intonazione di un Terry Ilous in grande spolvero. Un vero e proprio gioiello.
“Resolution” è di nuovo hard, forse più blues che rock, ma è dei Great White che stiamo parlando quindi non si tratta di certo di una sorpresa. Il riff e il cantato sono tremendamente led clones, tanto da riportare alla memoria i vecchi Fastway; melodie, guitar work e tutto il resto sono al loro posto e ogni cosa funziona a meraviglia. “Shotgun Willie’s” vira in territori bonjoviani, per via di un pre-coro e di un ritornello un po’ alla “Have A Nice Day”; globalmente si tratta di un piacevolissimo hard melodico a stelle e strisce, tra gli episodi a presa maggiormente rapida di tutto “Elation”. Chitarre acustiche e atmosfere rurali sono i tratti distintivi di “Promise Land”, una semi-ballad che raggiunge il proprio apice nei ricami e nelle impennate delle chitarre di Kendall e Lardie, dal suono più che mai fascinosamente retrò. Con “Lowdown” siamo invece di fronte al riff più heavy e moderno mai uscito dalla sei corde di Mark Kendall, tonalità ribassate e atmosfera torva, con Ilous del tutto a proprio agio sia nell’accompagnare le chitarre nelle strofe, sia quando si tratta di aprire su un refrain di tipica marca Great White: melodico ma con un tocco di mestizia.
La doppietta composta da”Just For Tonight” e “Love Is Enough” ci catapulta direttamente negli anni 80: class metal à la Dokken (e quindi à la XYZ, tra i loro migliori epigoni) la prima, con chitarre che tagliano come rasoi, la seconda una love ballad sintetica e languida sulle tracce dei Whitesnake (assolo in puro Sykes-trip!) e con un che dei vecchi Gotthard, nelle melodie e nel cantato ruvido ma armonioso. La conclusiva “Complicated” è un hard ‘n’ roll dai fortissimi accenti southern, chitarre calde, pianoforte a dettare il ritmo e l’ormai scontata, grande prova di Terry Ilous, autore dell’ennesima hookline di grande effetto a chiudere come forse meglio non si poteva il come back discografico di questi Great White “Nuova Edizione”.
Certo, Jack Russell non sarà mai realmente sostituibile agli occhi dei fan e la mancanza della sua voce calda e malinconica potrebbe essere un ostacolo difficile da superare, ciononostante Kendall, Lardie e tutto il resto della brigata dimostrano di essere importanti nell’economia della band quanto lui e di aver trovato in Terry Ilous un insospettabilmente azzeccato compagno di avventure. Se credete comunque nel rock e nella musica, a prescindere dalle facce che lo suonano e dalle voci che lo intonano, dirigetevi su “Elation” senza pregiudizi e di certo non ne rimarrete delusi.
Stefano Burini
Dicutine sul forum nel topic relativo!
Tracklist
01 (I’ve Got) Something For You 04:41
02 Feelin’ So Much Better 05:15
03 Love Train 04:56
04 Heart Of A Man 04:36
05 Hard To Say Goodbye 05:29
06 Resolution 05:16
07 Shotgun Willie’s 05:17
08 Promise Land 05:58
09 Lowdown (Bonus Track) 06:08
10 Just For Tonight 04:43
11 Love Is Enough 06:17
12 Complicated 04:24
Line Up
Terry Ilous Voce
Mark Kendall Chitarre
Michael Lardie Chitarre, Tastiere
Scott Snyder Basso
Audie Desbrow Batteria