Recensione: Eldest Born of Hell

Di Pier Tomasinsig - 23 Luglio 2008 - 0:00
Eldest Born of Hell
Band: Unlight
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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69

Gli Unlight sono una band tedesca formatasi sul finire del 1997 e attualmente composta da Blaspherion (chitarra e voce), Necron (chitarra), Tartaros (basso) e Lord Grond (batteria). Dopo “The Nordic Stormbringer” (2003) e “Inferno” (2005), i teutonici tornano ad annichilire le nostre orecchie a suon di intransigente black metal old school con il nuovo album “Eldest Born of Hell”.
Come dovrebbe risultare abbastanza ovvio dalla copertina con tanto di caprone e croci rovesciate e dai titoli delle canzoni (a partire dalla oscura intro atmosferica ‘Satanas Rex Aeternus’) i nostri si fanno orgogliosi portatori del vessillo di un black violento e satanico come si conviene.

E in effetti il nuovo album si propone come un’efferato concentrato di malignità e aggressione sonora, sulla scorta dei primi Marduk e Dark Funeral per intenderci. Sapete cosa aspettarvi: riff serratissimi e tendenzialmente piuttosto semplici che conservano sempre una certa incalzante melodicità di fondo, velocità sostenute e blast-beat a profusione.
Fortunatamente i nostri sembrano essersi lungamente abbeverati alla fonte del miglior thrash di scuola tedesca, come conferma la presenza, in chiusura dell’album, della cover di ‘Wachturm’ dei Sodom. Ciò indubbiamente ha apportato agli Unlight un approccio piacevolmente dinamico al songwriting, con gran giovamento sotto il profilo della (relativa) varietà della loro musica, che alterna le classiche accelerazioni brucianti in pieno swedish-style, rallentamenti imperiosi, riffoni thrash classicissimi di notevole impatto e aperture melodiche molto azzeccate, che spezzano il continuo assalto frontale concedendo un po’ di respiro all’ascoltatore. Proprio nel connubio tra parti black ferocissime all’insegna dell’autentico massacro sonoro e linee di chitarra anche molto melodiche e dal flavour ottantiano -connubio che inevitabilmente richiama alla mente in qualche misura un altro mostro sacro della scena estrema svedese (i Dissection ovviamente)-, sta uno dei pregi principali dell’album.

L’altra faccia della medaglia è che gli Unlight ci propongono una miscela che, per quanto valida, odora di già sentito lontano un miglio. Non aspettatevi per nessuna ragione qualcosa di originale o tantomeno innovativo da quest’album. Il che non è certamente un male in se e per se, ma inevitabilmente incide sulla valutazione finale, posto che di gruppi che suonano -o hanno suonato- in questo modo se ne trovano a bizzeffe nella sin troppo inflazionata scena black. Ciò non toglie che i nostri facciano il loro onesto lavoro con indubbia bravura e qualità: i pezzi hanno molto tiro e sono quasi tutti piuttosto coinvolgenti e abbastanza variegati, certamente non annoiano (non troppo presto almeno), e sono eseguiti con perizia e adeguata precisione. La produzione è sobria ed efficace, con quel pizzico di sporcizia che non guasta; i suoni sono sufficientemente chiari e potenti, freddi quanto basta per rendere la giusta atmosfera che il genere richiede.
Il problema è che alla lunga ci si rende conto che anche la summenzionata varietà è più apparente che reale, e l’alternanza tra tempi diversi si risolve alla fin fine nella reiterazione di una formula pedissequamente ripresa dallo stile di altre e ben più autorevoli band del passato. Quello che forse manca, oltre all’originalità, è quel guizzo in più, quel pizzico di voglia di osare che renderebbe il sound degli Unlight maggiormente personale e interessante. Lo dico perchè i tedeschi, al di la del ricorso a parecchi luoghi comuni (anche per quanto attiene all’artwork e al modo in cui si presentano nelle foto) dimostrano a mio avviso di poter fare più e meglio di così. Per ora ci possiamo accontentare di un album comunque piacevole e ben riuscito, che certamente potrà essere apprezzato a dovere dai nostalgici di queste sonorità che non smaniano per particolari innovazioni, ai quali è consigliato senza riserve.

Tracklist:

1. Satanas Rex Aeternus  
2. Retribution for the Witches  
3. Eldest Born of Hell  
4. The Silent Dead  
5. Dark Lords of Impiety  
6. Unholy Prophet 04:04 
7. Blackened & Unblessed Altars  
8. The Rebirth of the Unlight  
9. Non Serviam  
10. March of the Funeral God  
11. Wachturm (Sodom cover) 

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