Recensione: Electrifying
Ecco un disco strumentale estremamente interessante. Già, perchè Electrifyng non va a rimpinguare le (sterminate) fila di dischi messi insieme da shredder che, pur se tecnicamente ineccepibili, finiscono per essere lasciati ben presto a prender polvere.
Massimo Izzizzari è, per chi non lo sapesse, un talentuoso chitarrista di Sora, laureatosi in Musica Jazz presso il conservatorio L. Refice di Frosinone nel 2008, un anno dopo l’uscita del suo disco solista di debutto Unstable Balance. Forse qualcuno se lo ricorderà per i suoi trascorsi coi Misturafina, band Pop-Rock da lui stesso fondata sul finire degli anni ’90 e di certo non indimenticabile.
Quello che rende maledettamente godibile la musica di Izzizzari è in primo luogo il groove, in secondo la capacità di destreggiarsi in modo del tutto naturale tra diversi generi, mescolando anche nello stesso pezzo diversi elementi che non stridono mai tra di loro. Rock, fusion e funky finiscono così per formare intrecci tutti da ascoltare, anche grazie a melodie in grado di catturare immediatamente, ma che non per questo diventano in breve stucchevoli.
Ottimamente accompagnato da una vivace sezione ritmica, formata dal fratello Azeglio (batteria) e da Mario Mazzenga (basso), Massimo dimostra un inconfutabile gusto sia nella stesura che nell’esecuzione di questo Electrifying. Si parte subito con il groove trascinante di High Tension, nella quale rock e ritmi funky si intrecciano formando un insieme piacevole e avvincente.
In una tracklist che non conosce battute a vuoto e, cosa non trascurabile, non cade mai nella ripetizione, il chitarrista laziale dimostra di avere personalità e di essere riuscito a crearsi un suo stile, forse non innovativo ma decisamente personale. Con un discreto accompagnamento elettronico, sempre presente ma mai invasivo grazie a loop decisamente azzeccati, la chitarra è ovviamente protagonista; ma c’è spazio per tutti, come testimoniano, per esempio, il solo di Mazzenga nell’ottima Litosphere e quelli di basso prima e di batteria poi in Plastic Theater. È difficile restare indifferenti al frizzante funky di Attraction, nella quale Izzizzari riesce ad infilare minuti di shred senza che la cosa sembri fuori luogo, o alla melodia romantica del tema portante di Attraction. Hanno un gran tiro anche Funny Walk e Little Hero, mentre Romance ci fa scoprire un artista capace di esprimersi con sentimento in un paio di minuti e mezzo acustici davvero deliziosi. La finale Natural Evolution conclude, all’insegna della fusion, cinquanta minuti di ottima musica, senza quel fastidioso autoerotismo musicale che spesso contraddistingue i lavori solisti degli shredder.
Electrifying è, tirando le somme, davvero un gran bel disco, nel quale è ben riconoscibile il talento di Massimo Izzizzari non solo dal punto di vista della mera esecuzione, ma anche (se non soprattutto) da quello della stesura dei pezzi. Il lavoro è gradevole sia come sottofondo che ad un ascolto più attento, grazie al fatto di essere privo di ridondanza o di semplice citazionismo; in più resiste bene a diversi giri nel lettore, denotando anche un’apprezzabile longevità. Non da ultimo, va segnalata anche la produzione: pulita e con un ottimo bilanciamento dei suoni.
Il chitarrista laziale è evidentemente più interessato a composizioni che abbiano valore in quanto tali, piuttosto che a mettersi semplicemente in mostra. E questa, soprattutto per un solista, è una dote tutt’altro che trascurabile. Scusate se è poco.
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Tracklist:
01. High Tension 5:52
02. Lithosphere 5:46
03. Attraction 6:04
04. Sweet Memories 5:31
05. Plastic Theater 6:01
06. Funny Walk 6:16
07. Romance 2:31
08. Little Hero 6:34
09. Natural Evolution 5:48
Line-up:
Massimo Izzizzari: all guitar, keyboards, loops, sound fx
Azeglio Izzizzari: drums
Mario Mazzenga: bass