Recensione: Elegy For A Broken Life
C’è qualcosa di molto profondo e spirituale, quasi metafisico, in questa nuova release curata dai romani Circle of Moebius. Qualcosa che colpisce e comunica sensazioni di drammatica tensione emotiva, lasciando intuire un percorso tematico probabilmente difficile e dai risvolti controversi, che forse, proprio per queste ragioni, viene volutamente solo sussurrato e tenuto quasi un po’ nascosto.
Già conosciuto in occasione del precedente demo del 2008, il gruppo del chitarrista Paolo Salvati non sorprende nel rivelarsi abile manipolatore di una vasta gamma di sonorità, spaziando a cavallo tra ambientazioni gothic, spunti heavy dark e preponderanti influenze progressive.
Racchiuso in poco più di mezz’ora di durata, “Elegy For a Broken Life” rappresenta l’evoluzione di un progetto musicale perseguito con costanza e dedizione sin dal 2005 e giunto, tra innumerevoli cambi e rimaneggiamenti (apprendiamo ad esempio, che la line-up presente sul cd non è già più attuale), al definitivo compimento solo in questi primi mesi del 2012.
Sette anni per definire le coordinate stilistiche di un’idea dalla struttura complessa e meditata, in cui poter apprezzare un valore compositivo di ottimo livello ed un’attenzione per i risvolti concettuali assolutamente pregevole e significativa, tanto da raggiungere la propria sublimazione artistica in un ambizioso e ricercato concept album.
Malinconico, suggestivo, spesso quasi oscuro, il cammino descritto dall’opera lega tutte le tracce in un unico flusso narrativo, comunicando sensazioni che dialogano con la parte più sensibile e nascosta dell’animo.
Non è poi troppo complicato, intenderne radici ed argomenti. Pur lasciandosi trasportare unicamente dalla musica contenuta dai brani, concetti difficili, complessi e talvolta problematici come l’eterno dualismo tra vita e morte, la sofferenza morale e l’eutanasia, emergono vividi nella propria scomoda ruvidezza, manifestando – attraverso un uso accorto di effetti scenografici ben accompagnati al semplice piano musicale – gli sconvolgimenti ed i devastanti interrogativi che avvolgono il piano emozionale più profondo in casi particolarmente estremi.
Il mezzo utilizzato nel conseguimento dell’obiettivo, è quanto di più raffinato si possa concepire in un project di tale spessore ed elaboratezza.
Doppia voce femminile (Eleonora Serafini e Laura Prosperi), atmosfere plumbee e decadenti ed un persistente alone di malinconica tristezza, elementi che accomunano stilisticamente i Circle of Moebius con il progressive più oscuro dei Queensrÿche epoca “Promised Land”, mescolati ai The Gathering della sirena olandese Anneke Van Giersbergen, singer alla quale l’interpretazione di Eleonora Serafini pare, in effetti, ispirarsi in più d’una occasione. Non mancano poi, alcuni pssaggi maggiormente heavy, cui non tardano ad assommarsi attimi più votati alla facilità d’ascolto, in una miscela completa, molto ben ponderata e dagli sviluppi talvolta quasi cinematografici.
Confezionato magistralmente e proposto con una cura per i particolari a dir poco maniacale (eccellente anche l’artwork, molto simile per colori e “goticismo” a certe cose offerte da Century Media negli anni passati), il terzo, e presumibilmente ultimo, capitolo dell’esperienza targata Circle of Moebius, non può che rappresentare un importante motivo di vanto per il fondatore Paolo “P2k” Salvati ed una evidente ragione di lustro per l’intera scena underground tricolore, ancor più, se considerata l’assenza di una vera e propria label alla base di quella che è una produzione eccellente e del tutto “autonoma”.
Un pugno nello stomaco per la drammaticità che innerva l’intero album. Parimenti, una carezza delicata ed incredibilmente piacevole per la preziosa bontà della musica offerta.
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Tracklist:
01. ACT I – 8.29 A.M. (Awakening)
02. ACT II – Falling In The Dark (The Death Of Dreams)
03. ACT III – Kingdom Comes (Memories)
04. ACT IV – My Own Prison (Voices Inside)
05. ACT V – Silent Dogma (Request)
06. ACT VI – Prelude (Decision)
07. ACT VII – I’ll Call Your Name (The Void)
Line Up:
Paolo “P2K” Salvati – Chitarre
Eleonora Serafini – Voce
Laura “Dafnerock” Prosperi – Voce
Mario Torcinaro – Basso
Saul Greco – Batteria
Danilo Petrelli – Tastiere
Valentina Chiarenza – Voce (Traccia 4)