Recensione: Elegy in blood
I Grinning Shadows, gruppo composto da Simone Cirani (chitarra), Daniele Roverato (batteria), Mario Farina (voce), Sara Rossi (voce), Lorenzo Pini (tastiera) e Jacopo Matticchio (basso) ci propongono, con questo “Elegy in blood”, un cd autoprodotto caratterizzato da un ottimo mix tra gothic metal e black metal atmosferico.
Se devo essere sincero, appena ho avuto in mano questo lavoro ho subito pensato all’ennesimo gruppo clone di Lacuna Coil o Nightwish suonato in maniera approssimativa senza un minimo di personalità. Ho dovuto fortunatamente ricredermi dal momento che l’album in questione è tutto fuorché scontato o ovvio e suonato in maniera pressoché impeccabile.
Ottime le atmosfere create dalle tastiere di Lorenzo che riempiono l’aria con suoni puliti ma complessi con reminiscenze clavicemballiane; la voce di Sara è ottimamente utilizzata e rende maggiormente accattivante il lavoro; purtroppo non si può dire lo stesso per quella di Mario che, nelle parti pulite, stenta a convincere a causa di cadute di tono che talvolta lambiscono la stonatura. È questo il caso di “Vanity ablaze” in cui andrebbe curato maggiormente il cantato.
Discorso totalmente diverso per quanto riguarda il cantato in scream che risulta essere tanto particolare quanto piacevole e incisivo e migliora ulteriormente quando viene accostato a cori ben strutturati e completi come si possono trovare in “The haunted lake”.
Stupendi sono anche i duelli vocali tra Sara e Mario che donano vitalità ai brani in un continuo crescendo di ritmo fino ad arrivare all’esaltazione di una potenza musicale e canora che non ha nulla da invidiare a gruppi più blasonati nel genere.
Alquanto piacevole risulta essere anche il cantato melodico ricco di pathos e coinvolgimento quasi a voler esprimere i propri sentimenti attraverso una voce che a tratti rasenta la liricità senza però mai scadere nell’esagerato o nel pomposo, come nel caso di “Fugue – part I” e “Fugue – part II” in cui la voce di Sara si presta anche a vocalizzi che accompagnano la voce maschile in maniera magistrale. In questi due brani la voce di Mario muta in alcuni frangenti stile raggiungendo un’epicità notevole per poi ritornare ad uno scream potente e deciso.
“Deceit” è senza dubbio la canzone migliore e più particolare di tutto il cd in cui potenza e stralci black metal si incrociano continuamente con momenti power metal in cui le tastiere la fanno da padrona dando con questo contrasto una sensazione di essere davanti all’eterna lotta tra il bene e il male trasformata in musica. Ottime in questo caso anche le numerose orchestrazioni che, anche se non brillano per originalità, risultano più che piacevoli.
Un discorso un po’ differente va fatto invece per “Fugue – part III” in cui si nota una decisa influenza da parte dei Children of Bodom per quanto riguarda le parti più veloci; anche in questo caso però convincono poco le parti caratterizzate dal cantato pulito che risulta essere troppo piatto e scarno.
In conclusione questo “Elegy in blood” è un ottimo lavoro nostrano di gothic metal che esce dagli schemi pre-definiti del genere puntando ad un sound personale e abbastanza ricercato. L’idea che si ha ascoltando questo lavoro è di un mix sapientemente eseguito senza cadute di stile, eccezion fatta per la voce maschile pulita che va curata maggiormente; ottima la sinfonicità dei suoni di tastiera che, pur avendo un ruolo essenziale all’interno del sound della band, non risulta mai essere eccessivamente utilizzata lasciando sempre spazio a riff di chitarra potenti e a cavalcate di doppia cassa che rendono il tutto più facilmente assimilabile già dopo un primo ascolto.
TRCKLIST:
1. The sweet lament of delirium
2. Vanity ablaze
3. The haunted lake
4. Memories of sorrow
5. Fugue – part I
6. Fugue – part II
7. Deceit
8. Fugue – part III
9. Silent tears
10. End of enchantment
11. Requiem
12. Eternal love, eternal nocturnal agony