Recensione: Elements
Imbarazzo della scelta. Citare ogni pezzo sarebbe d’obbligo ma allo stesso punto alquanto inutile, per questa ragione se volete informarvi o scaricare qualcosa sarà sufficiente chiudere gli occhi e puntare l’indice su una qualsiasi traccia appartenente alla tracklist sotto il mio nome, vi assicuro che in qualsiasi caso non resterete delusi. Se invece non avete voglia di perdere tempo, comprate il disco sempre ad occhi chiusi e godetevi aggressività, violenza, insieme ai ritmi vivaci e ai colori inebrianti del carnevale.
Questo classico del death metal sputa fiamme e samba. A distanza di dieci anni dalla sua pubblicazione, ricordo il capolavoro che ha firmato il successo degli Atheist all’interno del panorama estremo in un periodo in cui farsi strada in questa direzione non era tanto facile date le band emergenti che nel giro di pochi anni avrebbero conquistato i nostri cuori. Il gruppo di cui vi sto parlando ci riuscirà a tutti gli effetti usufruendo di spunti ispirati alla tradizione brasialiana, sezioni ritmiche di stampo propriamente jazz e violenza allo stato puro. Grazie anche ad una tecnica formidabile e ad una padronanza dello strumento indiscutibile da parte di ogni membro del gruppo a partire dal bassista, gli Atheist riescono a sfornare un prodotto instancabile per la precisione e l’accuratezza degli arrangiamenti e del songwriting in generale. Ovviamente non possono astenarsi dal completare questa cornice di metallo pesante le chitarre sporche e grezze tanto in voga a cavallo tra gli anni ottanta e gli anni novanta: distorsioni marce, soli taglienti ed infiammati che accompagnano una voce tra le migliori che io abbia mai sentito. La struttura portante resta comunque una solida base di batteria e basso, una relazione perfettamente coordinata fra i due strumenti, a formare le fondamenta su cui lasciar distendere un monumento storico pesante e complicato che merita di essere visitato almeno una volta per avere il piacere di confermarne il valore.
Ogni bassista che si rispetti e che sia amante del genere non può non possedere questo album!
Andrea’Onirica’Perdichizzi
TrackList:
1. Green
2. Water
3. Samba Briza
4. Air
5. Displacement
6. Animal
7. Mineral
8. Fire
9. Fractal Point
10.Earth
11.See you Again
12.Elements