Recensione: Elements of Creation
Power metal convenzionale quello offerto dagli svedesi Supreme Majesty che con Elements of Creation raggiungono la fatidica soglia del terzo studio album.
Gli scandinavi nascono agli esordi del ’99 implementando formers estrapolati da bands provenienti dalla regione del Krisianstad; a capo di essi i membri fondatori Chrille Andersson (Chitarrista e Tastierista), Rille Svensson (Chitarrista) e Barlek Nalezinski (batterista).
Il debutto ufficiale del giovane gruppo è ufficializzato da Divine Enigma, mini-cd prodotto a quantità minime ed ora indisponibile sul mercato.
Nel dicembre dello stesso anno lo split col drummer rimpiazzato dal talentuoso Jacke Unger e, a causa dell’amicizia tra l’ex batterista ed il singer Rikard Larsson, anche quest’ultimo presentò il 2 di picche lasciando strada a quello che, tutt’ora, è il cantante dei Supreme Majesty: Joakim Olsson.
Dopo questa serie di vicissitudini la band si dichiarò pronta per l’album di debutto, Tales of a Tragic Kingdom, registrato a Goteborg, pubblicato e distribuito nel 2001 Worldwide dalla Massacre Records e seguito un paio di anni dopo da Danger di conseguenza al fortunato seguito in fase commerciale raggiunto dagli scandinavi.
Al tramonto del 2003 l’attuale guitar player Tobias Wernersson è stato reclutato dalla band e, come ovvia conseguenza, a Chrille Andersson rimase il solo compito di far “cantare” le sue tastiere, fondamentali nel sound degli svedesi.
Elements of Creation, fondamentalmente, ricorda molto da vicino le tradizionali ritmiche e gli usuali suoni delle più classiche e blasonate band d’oltremanica detto questo, mi preme sottolineare che non valuto quanto enunciato come un punto negativo visto e considerato, per esempio, il successo che Stratovarius nel corso degli anni e Sonata Arctica e Nightwish ultimamente stanno ottenendo ed hanno ottenuto.
Il missaggio dell’esperto Fredrik Nordstom è riconoscibile al primo ascolto del disco così come la produzione cristallina derivata dagli importanti Studio Fredman che traspare sul lavoro e che presenta suoni puliti e perfettamente in linea con il livello auditivo riservato al canale vocale; niente sovrapposizioni caotiche tra uno strumento e l’altro e, soprattutto, voce riconoscibilissima e mai coperta dal muro sonoro.
Mi riattacco al capitolo “voce” in quanto Joakim Olsson merita una menzione speciale per la prova offerta che si rivela più che discreta in tutte le fasi di chiusura delle texture melodiche costruite dai suoi compagni di avventura e grandiosa nei molteplici momenti di enfasi giugulare che lo portano a strappare acuti formidabili mai esasperati e mai esasperanti.
Non lasciatevi ingannare dalla presunta monodirezionalità che scaturisce da un ascolto poco approfondito e non ben definito dell’album, Elements of Creation gode di un impatto melodico notevole che può fuorviare rappresentandolo come un tantino commerciale pertanto di facile accantonamento ma, up tempo come Spellbound, King of Warriors e My Revenge possono fare la felicità di un qualsiasi power metaller che si rispetti, senza contare la ballad One More Promise (sembra uscire direttamente dal film Flashdance) che finalmente presenta qualche tessitura originale e deliziosa, a partire dal solo di chitarra finale eseguito dall’efficiente Svensson.
I punti deboli del dischetto si contano sulle dita di una mano, primo fra tutti, la scarsa vena stilistica che li riduce ad un sound poco incisivo e molto prevedibile anche se, come più volte sottolineato nel corso della recensione, appetibile e decisamente piacevole.
Non mi sento di proclamare gli svedesi Supreme Majesty come la new sensation del power metal svedese ma, consiglio di dare il giusto peso ed un attento ascolto a questo Elements of Creation, chissà che, non inciderà all’istante l’emotività di qualcuno di voi.
Gaetano “Knightrider” Loffredo
Tracklist:
01.Soulseeker
02.Spellbound
03.Dance of the Elements
04.King of Warriors
05.My Revenge
06.One more promise
07.The quest Part 1
08.Dawn of the Dead
09.Die in A Dream
10.The Bitter End