Recensione: Ellipsis

Di Daniele D'Adamo - 7 Aprile 2009 - 0:00
Ellipsis
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Anno: 2009
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81

A due anni di distanza dal debut-album “Sedna”, è arrivata l’ora dell’uscita di “Ellipsis”, seconda fatica della metal band svizzera Legenda Aurea.
Animata dal giovanissimo (classe 1989) e talentuoso chitarrista Odilo von Ins, che assume a sè la responsabilità della gran parte del songwriting, il combo svizzero si ripropone sul mercato internazionale con la nuova cantante Simone Christinat (ex Felony), in sostituzione di Claudia Hofer, coadiuvata da Michael Herkenrath (ex Dystera) al basso, Renato Trinkler alle tastiere e Philipp Eichenberger (ex PX-Pain, Gezeiten e Moribound) alla batteria.

Subito da evidenziare il fatto che, rispetto all’evidente immaturità artistica di cui era permeato “Sedna”, con “Ellipsis” il gruppo compie notevoli passi in avanti, dimostrando una certa determinazione nel ritagliarsi con forza un proprio spazio nell’affollato panorama attuale di un genere che, ad onor del vero, oscilla a cavallo del Power e del Gothic, miscelando varie caratteristiche specifiche di ambedue i settori.
A sostegno di tale determinazione, risalta anche, la cura riposta nello sviluppo dell’artwork, la scelta di registrare nei Fascination Street Studios dello svedese Jens Bogren (Opeth, Symphony X, Paradise Lost, Hammerfall, Amon Amarth, ecc.) e di affidare la produzione, in collaborazione, allo stesso Bogren.

Entrando nel merito della componente musicale dell’album, colpisce positivamente la personalità della band, che dà sostanza ad una solida impalcatura di sostegno alla struttura delle canzoni, nel creare un insieme vario ma, allo stesso tempo, omogeneo.
Dall’opener “Reflections” sino a “Resurrection”, in chiusura, il suono si mantiene immutabilmente massiccio, corposo e profondo.
Su tali peculiarità, caratteristiche di un Metal potente e quadrato soprattutto per quanto riguarda il timbro della chitarra ritmica, si innestano elementi invece ricollegabili a forme più dolci e melodiche, grazie all’interpretazione vocale della Christinat ed all’uso, talora “classico”, delle tastiere.
Non mancano momenti di “rabbia” (intro di “The root”, ad esempio), oppure di potenza “a briglie sciolte” (“Discouraged”, “Abscondence pt. I”), alternati abilmente ad attimi sognanti ed armonici che si manifestano sia come parti degli stessi brani, sia come intere composizioni. La lenta e sinfonica “Abscondence pt. II” ne è esempio lampante.
È in ogni modo con “Parasomnia” che, a parere di chi scrive, si raggiunge la vetta compositiva dell’album. Poderoso intro ottimamente ritmato, melodia a seguire di ampio respiro e dal sentore epico, strofa pulita ed armonica, pre-chorus caldo ed intenso e, a suggello del brano, ritornello decisamente riuscito per semplicità ed orecchiabilità.

Per quanto scritto più sopra, non è ovviamente solo “Parasomnia” a dimostrare la bontà del lavoro degli svizzeri. “F44.8” e “Superbia” proseguono, infatti, sulla scia del sinergico connubio fra potenza, melodia e sentimento, “Outbreak” mischia elementi dal piglio decisamente moderno ad altri di stampo invece tipicamente classico, mentre “Purgatory” (strumentale) si svolge maestosamente lungo i trasognanti sentieri tracciati dalla mente visionaria di Odilo von Ins.

A proposito, se in quest’ultimo si può ben intravedere (data anche la giovane età) un genuino talento compositivo, si può anche rimarcare, invece, un approccio un po’ troppo scolastico e conforme agli usuali canoni del genere Gothic da parte di Simone Christinat che, seppur ben inserita nel contesto generale dell’opera, si attesta forse troppo insistentemente sulle alte tonalità, non fornendo quindi alle linee vocali un particolare spessore.

Si tratta comunque di un aspetto che non inficia assolutamente il valore globale dell’album, e che semmai rappresenta un punto su cui eventualmente lavorare per compiere in futuro ulteriori passi in avanti.
Tanto è vero che, per concludere, appare del tutto consigliabile possedere “Ellipsis” nella propria collezione personale, in quanto simbolo di qualità tecnico/artistico d’alto livello, freschezza, sapore classico e cristallina bellezza.

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Tracklist:

01- Reflections 4:19
02- The root 4:48
03- Parasomnia 4:47
04- F44.8 7:27
05- Discouraged 5:38
06- Abscondence pt. I 4:26
07- Superbia 4:45
08- Outbreak 5:17
09- Abscondence pt. II 6:52
10- Purgatory 6:26
11- Resurrection 8:23

Line Up:

Simone Christinat – Voce
Michael Herkenrath – Basso
Renato Trinkler – Tastiere
Odilo von Ins – Chitarre e Programming
Philipp Eichenberger – Batteria

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