Recensione: Embrace The Darkness

Di Andrea Bacigalupo - 15 Settembre 2024 - 18:25
Embrace The Darkness
Band: Solitary
Etichetta: Twisted Into Form
Genere: Thrash 
Anno: 2024
Nazione:
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82

La parola d’ordine è sempre la stessa: Viuulenza!!!”(*). Sonora, in questo caso. ’Embrace The Darkness’, quinto e nuovo album degli Inglesi Solitary, disponibile dal 6 settembre 2024, è spietato e senza scrupoli, feroce quanto un branco di piranha affamati.

Nata nel 1994, la band ha sempre suonato un Thrash Metal robusto e arrembante. Con questo nuovo album non è da meno … anzi, vuole andare oltre.

Quella che esce dai solchi è rabbia rovente e liquida, senza minimi termini. La band scruta la parte decadente e brutale del nostro mondo agonizzante affrontando, con furore e determinazione, i temi oscuri che generano dolore ed orrore: la guerra, una politica corrotta ed egoista che, per i propri vantaggi, mette gli uomini uno contro l’altro, l’isolamento dato dall’uso eccessivo ed ossessivo dei social media, gli abusi … un lento ma inesorabile avanzare di un degrado generale che allenta i freni inibitori ed il senso del pudore e che ci sta portando verso un’annunciata catastrofe.

Il muro sonoro di ‘Embrace The Darkness’ è solido come il cemento armato, composto da chitarre affilate e ficcanti, una batteria terremotante ed una voce caustica. È un Thrash primordiale, senza compromessi, come  sempre agganciato agli anni ’80, con forti riferimenti a Testament, Exodus e Slayer, ancor più annerito per mezzo di accordature ribassate ed assalti malvagi che lo qualificano come appartenente a questa epoca.

I Solitary hanno urgenza di comunicare il loro malessere e lo fanno con brani iperveloci, penetranti e disturbanti. Non c’è tregua … è un continuo colpire duro … senza però rinunciare ad una buona musicalità, con una scrittura che punta sì alla resa su disco ma, soprattutto, a quella sul palco.

Riff assassini si mescolano con melodie assetate di sangue, i refrain sono durissimi ma orecchiabili, le linee di basso rendono tutto omogeneo e gli assoli, per quanto acuminati, scatenano belle ondate adrenaliniche.

I brani sono crudi e diretti, con pochi cambi di tempo, ma tutt’altro che superficiali: il lavoro di chitarra è sofisticato, la sezione ritmica bel bilanciata, la voce, teatrale e comunicativa, percorre tutte le sfumature dell’odio.

Embrace The Darkness’ è un album a suo modo completo, poco duttile, perché così deve essere, fin dall’inizio. Già l’incedere imperativo dell’intro (‘III.XXIII.MMXX’, ossia ’23 marzo 2021’, la data in cui Boris Johnson ha dichiarato il lockdown a causa del Covid, una decisione drammatica in netto contrasto con le dichiarazioni precedenti) manifesta la natura dell’album, affermata dalla successiva Title-Track, un pezzo deciso e sfrontato che si sarebbe fatto notare anche negli anni ’80 (a dirla tutta, questa traccia ha l’unico momento inconsueto: delle inquietanti orchestrazioni finali che, per un secondo, un punto di domanda sul proseguo del lavoro lo mettono).

Ma non basta, dalla successiva ‘Settle Scores The old Way’ la furia è ancora più dilagante: i brani acquistano velocità iper smodate e per ascoltarli bisogna seguire il consiglio del Colonnello Nunziatella per non fare la fine di Grande Casco (“me la sbatto la cintura …” (**). Non c’è neanche un arpeggio a stemperare, al massimo qualche rallentamento, tipo l’assolo un po’ più melodico in ‘Virtues’, il ritornello leggermente cadenzato di ‘Beneath The Surface’ … cose così, che non mutano assolutamente la natura bellicosa ed incendiaria dell’album.

La band toglie il piede dall’acceleratore solo nella penultima ‘Filtering Hindsight’, robusta e cadenzata, con un groove roccioso, ma più fruibile e si lascia andare definitivamente con la conclusiva ‘Beat The Bastards’, cover dei conterranei The Exploited (nell’omonimo album del 1996), “thrashizzata” secondo il loro stile ma senza farle perdere la sua natura strafottete.

Concludendo: ‘Embrace The Darkness’ è un lavoro ottimo, tra i migliori Thrash Metal Album di quest’anno, con la sola pecca, ma perdonabile vista la qualità, di alcune strofe non troppo differenti tra i pezzi più veloci.

Dispiace anche un po’ che sia stato deciso di diversificare le edizioni fisiche inserendo, come bonus track, ‘Divided And Demented’ solo nel vinile mentre la già citata ‘Beat The Bastards’ solo nel CD, ma le leggi del mercato discografico purtroppo sono queste. Non polemizziamo ma … peccato.

Non c’è altro da dire: i Solitary si confermano tra le migliori Thrash Band in circolazione, sia come musica sia per quello che hanno da dire e si affiancano ai grandi. Meglio di così!

(*) cit. da ‘Eccezzziunale veramente’ del 1982.

(**) cit. da ‘Balle Spaziali’ del 1987.

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