Recensione: Emotional Fire

Di Fabio Vellata - 4 Marzo 2012 - 0:00
Emotional Fire
Band: Sunstorm
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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91

Dischi di questa qualità, non ne capitano molti in un anno.
E forse, nemmeno in periodi di tempo più lunghi.

Nato come semplice diversivo utile per la riscoperta di qualche vecchia canzone scritta e mai incisa, Sunstorm, il super progetto AOR di Joe Lynn Turner, taglia il buon traguardo del terzo capitolo discografico. Come sempre nobilitato dalla magica voce dello straordinario singer del New Jersey – eccellente interprete dalla lunga e rispettabile carriera e dal curriculum con pochi eguali – il nuovo “Emotional Fire” appare come la logica prosecuzione del predecessore “House of Dreams” pubblicato nel 2009, disco dal quale eredita toni, atmosfere, eleganza ed enfasi passionale, amplificandone – pare quasi incredibile – le doti già superiori ed all’apparenza irraggiungibili.

Difficile, per un amante di tali sonorità, non sprofondare in un oceano di intense emozioni all’ascolto di questa nuova opera diretta ed orchestrata dal grande JLT. Difficile del resto, identificare difetti evidenti o pecche rilevanti in un album che emana sentori di capolavoro sin dalle prime battute.
L’idea che qualcosa di magico permei le undici tracce inserite in tracklist, sorprende i pensieri già da un primo, frammentario e fuggevole passaggio: un feeling che pare animarsi attraverso le note dell’iniziale “Never Give Up”, brano dalla forte connotazione “eighties” (non poteva essere altrimenti), che assale l’orecchio con un turbine di note orgogliosamente melodiche ed una voce calda e “setosa”, ancora priva di incertezze ed espressiva come un tempo.

Tre soli questa volta, gli estratti dagli archivi nascosti di Mr. Turner, lascito di precedenti esperienze maturate in compagnia del primo Michael Bolton.
La morbida e scintillante title track e “You Wouldn’t Know Love”, brani originariamente scritti dallo stesso Bolton per “Heart of Stone” di Cher (disco al quale JLT collaborò in qualità di corista) ed il classico tormentone ottantiano “Gina”, pezzo già comparso su “The Hunger”, quinto album del biondo cantautore americano uscito nel 1987, nel quale Turner appariva ancora una volta accreditato come background vocalist.
Due pezzi di ottima qualità, resi splendidi dall’interpretazione di JLT ed inseriti in una scaletta costituita per lo più da materiale del tutto nuovo ed inedito, segno evidente di quanto Joe Lynn ci stia prendendo gusto a ritrovarsi, di tanto in tanto, nel gradevole ruolo di eroe AOR.

Come potrebbe essere diversamente in fondo, considerate cotante corde vocali: ogni esecuzione è uno spettacolo e quando il songwriting è ispirato, il risultato può essere a dir poco entusiasmante.
Gli esempi si sprecano e non lasciano spazio a dubbi: “Lay Down Your Arms” fa letteralmente impressione per il feeling che riesce a sprigionare nel ritornello, almeno quanto colpisce per forza ed irresistibile esuberanza la sfavillante “You Wouldn’t Know Love”, nella quale riconoscere non solo la solita, maiuscola prestazione di un grande frontman, ma pure un pregevolissimo lavoro di chitarra svolto da Uwe Reitenauer (di “ruolo” nei Pink Cream 69, come Dennis Ward, bassista e producer dell’album), degno del miglior John Sykes.
Aggiungere commenti a brani dalle armonie cristalline come “Wish You Were Here” e “Emily”, potrebbe poi in fondo apparire quasi accademico e superfluo. Questi sono i casi in cui la musica parla da se: AOR allo stato più puro di raffinatezza, un distillato di melodia che sembra condensare tutto quanto inciso negli anni ottanta per fornirne un’unica lettura. Una voce ancora una volta gigantesca, atmosfere cariche di passione emotiva, grande lavoro di chitarra, suoni rotondi e grande vitalità.
Ed il discorso potrebbe proseguire senza incertezze o dilemmi con “Follow Your Heart”, un brano che tanto sa di grande sogno americano, quello cinematografico ed hollywodiano tipico di un’epoca spensierata che ormai pare lecito sognare solo attraverso la musica.

Qualche sprazzo di maggiore drammaticità innerva invece la sontuosa “Torn In Half”, pezzo dai toni un po’ più oscuri che aiuta, semmai si fosse rivelato necessario, nel constatare lo status artistico di Joe Lynn Turner, a dir poco “oltre le nuvole”.
Di qualcosa meno riuscita è la sola “The Higher You Rise”, episodio che ha in un ritornello ripetuto qualche volta di troppo l’unico punto debole dell’intero disco, concluso felicemente dalla splendida ed avvolgente “All I Am”, una canzone dal pathos profondo come il mare, quel mare di emozioni ai limiti del divino, che sconvolgono l’animo ogniqualvolta capiti d’imbattersi nella voce di un interprete assoluto come Joe Lynn Turner.

Insomma, dovrebbe essere piuttosto chiaro. “Emotional Fire” è uno di quegli album sui quali non conviene perdere troppo per valutarne l’eventuale acquisto: dischi così, se ne producono sempre meno e l’intima convinzione è che ormai, accanto ai super classici dell’AOR, un posto di diritto spetti anche alle uscite targate Sunstorm.

Se “House of Dreams” aveva saputo condurvi alle porte del paradiso, “Emotional Fire” completerà l’opera, trasportandovi laddove solo la luce del sole ed il calore delle emozioni, prosperano e regnano incontrastate.

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Tracklist:

01.    Never Give Up
02.    Emotional Fire
03.    Lay Down Your Arms
04.    You Wouldn’t Know Love
05.    Wish You Were Here
06.    Torn In Half
07.    Gina
08.    The Higher You Rise
09.    Emily
10.    Follow Your Heart
11.    All I Am

Line Up:

Joe Lynn Turner – Voce
Chris (Schmidtic) Schmidt – Batteria
Dennis Ward – Basso / Chitarra / Cori
Uwe Reitenauer – Chitarre
Justin Dakey – Tastiere

 

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