Recensione: Ending Themes (On The Two Deaths Of Pain Of Salvation) [DVD]
Quando ho saputo che i Pain Of Salvation avrebbero pubblicato un DVD documentario e ho letto le prime indiscrezioni su di esso confesso di aver temuto che si potesse trattare di un prodotto dai contenuti patetici, concepito con lo scopo di compiacere e indurre qualche fan a completare la sua collezione di dischi. Sono contento di essermi sbagliato e mi sono ricordato di una cosa: è errato dar per scontata l’arte dei grandi anche quando, a primo impatto, un’opera può sembrare insignificante o incomprensibile. Se questa non colpisce subito il cuore, è importante cercare di afferrarne la chiave di lettura.
Quella è la chiave che lo stesso artista ti mette tra le mani perché tu possa aprire la porta che entra suo universo ed è spesso quella che fa la differenza quando ci si avvicina a qualcosa di nuovo. Mettendo momentaneamente da parte il gusto personale, spesso un brano o un genere può non piacere perché il nostro stato d’animo del momento non ci permette di dargli l’attenzione necessaria per capirlo a fondo. Si tratta di un processo molto intimo e sempre diverso a cui i Pain Of Salvation ci hanno sempre abituato, facendo quello che più volevano fare ignorando le tendenze del music business e questa nuova uscita non fa eccezione.
“Ending Themes (On The Two Deaths Of Pain Of Salvation)” è un doppio DVD contenente un documentario e un concerto tenutosi ad Amsterdam durante il tour promozionale dell’ultimo studio album, “Scarsick”. Questa uscita non è una delle tante ma contiene quell’imprevedibile a cui da sempre Daniel Gildenlow e compagni ci hanno abituati. Un imprevedibile che ha toccato la punta massima nel 2004, anno di uscita del controverso e incompreso “Be”, nel 2005 quando lo stesso “Be” si è rivelato in tutta la sua magnificenza concettuale tramite “Be – Original Stage Production (DVD)” e nel 2007, quando è uscito sul mercato “Scarsick”, disco che ha diviso fan e critica. Insomma, che piaccia o no, i Pain of Salvation creano ogni volta qualcosa di nuovo grazie al loro estro fuori dal comune e, non per ultimo, a un bagaglio tecnico che permette loro di dare vita a ritmiche e a combinazioni armoniche di pregevole qualità.
Il documentario è il racconto narrato che vede i nostri alle prese con la partenza per il primo tour da headliner (quello che toccò anche l’Italia e per l’occasione truemetal intervistò la band) e che documenta le ultime apparazioni in formazione del fratello di Daniel. Infatti, da quel momento Kristoffer non sarà più in grado di reggere i ritmi di lavoro dettati dal fratello e lascerà la band seguito anche dal batterista. L’atmosfera che si respira dalle immagini è un collage di chiaroscusi emotivi, di passioni e malinconie: stress, tristezza, entuasiasmo, allegria e stanchezza sembrano caratterizzare un impegno davvero importante, di una vita votata alla musica. È di certo il caso dei Pain of Salvation: maniacali in ogni dettaglio, attenti alla presenza dei fan, meticolosi nelle interviste, raffinati, precisi e rispettosi. Tanta fatica, tanto impegno, ma tante soddisfazioni: è questa l’alchimia dell’eccellente professionista, di colui che vota la propria vita al palco e sa render omaggio alla fortuna e al talento donatogli dal destino.
Tutta questa passione è raccontata grazie a queste emozioni. Emozioni colte da improvvisate videocamere. I filmati captano i momenti salieti in sala prove, nelle venue, per le strade, sul tourbus. Raramente m’è capitato di lasciarmi trascinare così profondamente da un documentario che, a prima vista, tutto m’era sembrato, tranne che così indicativo e chiaro. Ho avuto una bella sopresa quando sono riuscito a leggere tra le righe di questi semplici contenuti e ho capito che stavo assistendo alla romantica pantomima della memoria on-the-road di questa straordinaria band. Il dietro le quinte, gli interventi dei roddie, dei fonici, dei fan in attesa fuori dai locali: tutto è ripreso da telecamere più o meno nascoste e arricchito dal sottofondo Pluvius Aestivus, romantico e sognante brano tratto da “Be”.
Chi di voi acquisterà “Ending Themes (On The Two Deaths Of Pain Of Salvation)” verrà in possesso di una piccola macchina del tempo in grado di trascinarvi a contatto con le esperienze più vere della band di Eskilstuna ma, sopratutto, vi avvicinerà all’essenza umana delle persone che si celano dietro la maschera dell’artista.
La seconda parte del DVD contiene il concerto filmato a inizio marzo 2007 in quel di Amsterdam. In questa data olandese appare sul palco per l’ultima volta Johan Langell, storico batterista successivamente sostituito dal talentuoso Léo Margarit. La scaletta affonda le mani un po’ in tutto il repertorio, con un occhio di riguardo ai brani più ‘sperimentali’ e caratteristici del nuovo corso artistico dei cinque. Ci si riferisce alle tracce di “Scarsick” che più di ogni altre hanno attirato allo stesso modo critiche ed entuasiasmi, America e Disco Queen, la cui intepretazione altro non fa che confermare il talento del frontman e dei musicisti. Seguono i classici attesi e suonati in maniera ineccepibile: !(Foreword), Ashes, Undertow, This Heart Of Mine, Used e chi più ne ha, più ne metta. Anche il nuovo bassista Simon Andersson se la cava bene, facendo luce sull’ombra delle perplessità che aleggiavano tra i dei fan più legati alla storica e inimitabile vecchia formazione, i quali ritenevano che il segreto di tanta qualità stesse nella perfetta sinergia che legava i fratelli Gildenlow.
Ed eccoci anche alla fine del secondo DVD. Partono titoli di coda e credits; forse “Ending Themes (On The Two Deaths Of Pain Of Salvation)” non appassionerà tutti, ma cela contenuti storici significativi e, non ultime, emozioni tutte da scoprire. La difficile caccia al tesoro ha inizio…
Nicola Furlan
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Tracklist:
DVD 1: “SixWorlds/EightDays Documentary”
DVD 2: Concerto di Amsterdam
01. Scarsick
02. America
03. ! (Foreword)
04. Nightmist
05. Handful Of Nothing
06. New Year’s Eve
07. Ashes
08. Undertow
09. This Heart Of Mine/Song For The Innocent
10. Chain Sling
11. Diffidentia
12. Flame To The Moth
13. Disco Queen
14. Hallelujah (Leonard Cohen cover)
15. Cribcaged
16. Used
Line-up:
Daniel Gildenlow: Voce, chitarra
Johan Hallgren: Chitarra, voce
Fredrik Hermansson: Tastiere
Johan Langell: Batteria
Simon Andersson: Basso
Kristoffer Gildenlöw: Basso, voce