Recensione: Endless Labyrinth

Di Stefano Ricetti - 28 Luglio 2015 - 12:20
Endless Labyrinth
Band: Wrathike
Etichetta:
Genere: Heavy 
Anno: 2014
Nazione:
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La storia dei Wrathike, band heavy metal proveniente dalla Val di Chiana, ricalca quella di tante altre realtà dedite alla musica dura nel Nostro paese. Alla fine dell’anno scorso, dopo un demo, il combo aretino giunge al primo full length della propria carriera, seppure in regime di autoproduzione, come da prassi in questi ultimi anni. Ottimo il packaging del prodotto, estremamente professionale nell’allestimento, superiore ad alcune uscite ufficiali arrabattate alla bell’e meglio, accompagnato da un libretto di otto pagine con tutti i testi.         

La basi artistiche che danno il via al progetto si iniziano a porre nel corso del 2009, dall’unione delle idee musicali di Emanuele Mariella (chitarre) e Paride Nasoni (basso). Come scritto nelle note accompagnatorie il lavoro, il nome del gruppo nasce dalla composizione di “Wrath” (collera, ira) ed “Ike”, un nome proprio di persona che affonda le radici nel vecchio delta blues del Mississippi degli anni ’20-’30 del secolo scorso, quando il bluesman Robert Johnson si aggirava con la propria chitarra per i vari locali e gli angoli delle strade strimpellando il suo blues.

Strimpellando, appunto, date le sue scarse capacità, subendo così lo scherno da parte dei colleghi e di buona parte degli ascoltatori. Poi la svolta, in circostanze sconosciute, nel momento in cui incontra un personaggio misterioso, tale Ike Zimmerman, il quale prima di allora non era mai stato visto da nessuno. Ike prende Robert come suo allievo e inizia a impartirgli lezioni di chitarra, durante la notte, in luoghi improbabili come i cimiteri, suscitando molti rumors da parte della gente. Poi Ike sparisce  misteriosamente, così come era comparso, non appena Robert Johnson ha imparato a suonare la chitarra nel modo spettacolare che molti conoscono e di lui non se ne seppe più nulla. Visti i notevoli progressi fatti da Robert nei confronti del proprio strumento e data la bizzarria del suo insegnante, la popolazione insinuò che Zimmerman fosse l’incarnazione del demonio, il quale avrebbe trasmesso le proprie doti a Robert in cambio della sua anima. Dopo aver regalato perle quali Crossroad e Me and the Devil Blues, Robert Johnson morì alla fatidica età di 27 anni, attorniato da una alone di leggenda che permane tuttora. II nome Wrathike incarna quindi l’immagine del ruggito d’ira disperata e sovrumana del demonio che si manifesta grazie alla musica.

Il resto è storia: dopo svariati cambi di line-up il gruppo approda al primo demo contenente musica propria, a fine 2012, dal titolo The Maze Demos. Con una formazione che vede Daniele Betti (voce) e Claudio “Lo Sceriffo” Mariotti compattata intorno agli storici Mariella e Nasoni la band giunge poi l’anno scorso a Endless Labyrinth, come scritto sopra, album presentato ufficialmente durante il concerto del 28 Dicembre 2014 al Rock-Heat di Arezzo.

Il disco si compone di nove pezzi ove traspare la forte influenza della lezione degli inglesi Iron Maiden all’interno del songwriting dei toscani. Musica d’impatto e fottutamente heavy metal che si sprigiona subito dopo il simpatico intro Interference, a partire dal secondo brano Dawn Broke, forte di chitarre prese in prestito dagli australiani Pegazus del periodo Danny Cecati. Va dato atto ai Nostri di praticare un HM muscoloso, orgogliosamente devoto al Sacro Verbo del Metallo, con gemme che portano in dote nomi quali Porphyric Hemophilia – per chi scrive la miglior canzone del lotto – ma anche macchiato da una prestazione generale a livello vocale non propriamente in linea con quanto dimostrato in termini prettamente strumentali. In questo senso c’è ancora davvero molto da lavorare, tenendo però conto che l’entusiasmo e il tempo sono totalmente dalla parte dei Wrathicke. Alla prossima.

           

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

WRATHIKE BAND

 

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