Recensione: Engraved Flesh
Dopo circa un anno dalla sua realizzazione arriva finalmente alla pubblicazione ufficiale e in grande stile il primo full-lenght dei Symbolyc. L’album, dal titolo Engraved Flesh, è ora lanciato sul mercato dopo il fresco contratto con l’etichetta campana My Kingdom Music, la quale non si è lasciata sfuggire l’occasione di prendere al volo un treno rapido come quello di questi deathster napoletani.
Che dalla città del Vesuvio, ma anche del sole e del mare, ci si potesse aspettare death metal oltranzista di matrice est europea, certamente non era facile auspicarselo ma tant’è: è proprio la pietanza che ci offrono i Symbolyc su un pesante piatto di bronzo. Le principali influenze della band sono infatti facilmente ricercabili nel suono di gruppi come Vader, Decapitated e Behemoth, con qualche spruzzata di Swedish qua e là ad oliare i pesanti ingranaggi di un riffing poderoso e marziale. Una prepotenza sonora reso fulgida e letale ancora di più dalla produzione davvero ammirevole di cui gode Engraved Flesh: suoni azzeccati in ogni occasione, dal pressante incedere del blast beat all’improvviso inserto di una chitarra classica.
Tutto trasuda cinico ed oscuro death metal in questo disco, un artwork opprimente ci guida attraverso una tracklist che sfoggia monoliti del calibro di Within the Realms of Human Awareness, Suffering, Oncoming Apocalypse: brani da non ascoltare da soli di notte in una vecchia villa abbandonata.
Il growling inesorabile di Diego Laino non dà scampo a dubbi sulla qualità del prodotto e diventa vero e proprio marchio di fabbrica del combo, rivendicando anche l’importanza storica del singer nella crescita e nell’evoluzione stilistica dei Symbolyc.
L’affiatamento tra le parti in causa ed il lavoro in studio si lascia notare: il disco è un perfetto mix delle influenze e del mestiere dei cinque membri della band che, dopo sei anni di attività, esordiscono con un disco compatto ed omogeneo, fedele con cieca passione ai canoni del genere. Tuttavia l’estro napoletano viene fuori prepotente in quelli che, secondo me, rappresentano i dardi più acuminati nella faretra di questo disco. Il primo esempio è costituito dal dinamismo di Wingless. Già pubblicata tre anni fa in una sua prima versione in un precedente EP, si tratta di un brano dall’incedere possente, condito da assoli di chitarra di stampo classico che spezzano qua e là il tormento sonoro, mettendo in luce le importanti doti chitarristiche di Sossio ‘Sox’ Aversana ed Alessandro Mormile. Secondo episodio degno di nota è costitutito dalla traccia di chiusura The Parasite’s Curse. Introdotta dal piano spettrale della title-track Engraved Flesh, parte da una chitarra in fader di “metallica” memoria il brano a mio parere più completo dell’intero album. Influenzato pesantemente dal passato thrash del gruppo, si tratta di un pezzo diretto, greve e melodico nello stesso tempo, che macina rabbia e che accomuna dissonanza e precisione, ossessività e progressività, con una maestria che la fà immaginare come un ideale ponte verso i progetti futuri dei Symbolyc.
L’onesta passione che ha portato alla realizzazione di quest’album ha dato per ora buoni frutti degni d’attenzione, ulteriore segno indubitabile dell’ottima salute di cui gode attualmente la scena death metal italiana di cui i Symbolyc fanno parte a pieno titolo. Non si griderà certo al miracolo, ma almeno qui c’è chi ci sa fare e che può far divertire!
Francesco ‘Darkshine’ Sorricaro
Tracklist
1. Dead Inside 04:06
2. Within The Realms Of Human Awarness 03:49
3. Wingless 03:22
4. Suffering 03:40
5. Denied 03:05
6. Livin’ In A Cold Lie 03:23
7. Oncoming Apocalypse 03:19
8. Engraved Flesh 01:39
9. The Parasite’s Curse 06:09
Durata totale 32:32
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