Recensione: Enlighten me
Vede finalmente la luce il singolo dei Masterplan, il gruppo formato dagli ex Helloween Roland Grapow ed Uli Kusch in compagnia dell’ex cantante, tra gli altri, di Yngwie Malmsteen Jorn Lande.
È inutile negare che i progetti che vedono coinvolti personaggi di questo calibro sono sempre accompagnati da aspettative molto alte che non sempre vengono poi mantenute. Di sicuro non è il caso dei Masterplan che, almeno per quello che si può sentire nelle 3 tracce proposte in questo singolo (le altre due canzoni presenti sono una cover dei Led Zeppelin e una edit version della titletrack), hanno tutte le carte in regole per poter dire la loro.
Il singolo è aperto dalla edit version di “Enlighten me”, subito si capisce come i nostri siano riusciti a far fruttare tutta l’esperienza maturata nel corso degli anni.
È difficile trovare un gruppo da paragonare ai Masterplan, anche se si sentono molte delle caratteristiche che hanno caratterizzato lavoro come “Master of the Rings” e “Time of the Oath” degli Helloween, segno che il peso compositivo dei due all’interno del loro ex gruppo era piuttosto consistente.
La voce di Jorn è come sempre splendida, in grado di dare personalità ad una canzone grazie ad una tecnica e, soprattutto, ad una interpretazione dei pezzi sempre fantastica.
L’ascolto prosegue con “Kind Hearted Light”, altro gran pezzo aperto da un riff di tastiera, suonata da Axel Mackenrott, per nulla banale o scontato ma allo stesso tempo con il vantaggio di stamparsi nella testa dell’ascoltatore, obbligando quasi a canticchiarlo. Anche in questo pezzo il gruppo dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, le sue grandissime capacità compositive.
La canzone risente meno delle influenze Helloween rispetto alla title track, riuscendo nel difficile compito di essere allo stesso tempo un pezzo originale ma anche molto classicamente Metal come impostazione.
Sfido chiunque ami il Power metal a dimenticare il ritornello della canzone, veramente molto coinvolgente.
“Through Thick and Thin”, canzone che non sarà presente sull’album, è un pezzo un po’ più leggero dei precedenti, senza per questo sfigurare. Ottimo il lavoro al basso di Jan S. Eckert, già visto all’opera con gli Iron Savior, che dona al pezzo un ottimo groove. Di sicuro il pezzo più debole di questo singolo, certamente non è una brutta canzone, anzi, ma è leggermente inferiore ai due precedenti, anche se la prestazione di Jorn alla voce è davvero straordinaria.
Arriva il momento della cover di “Black Dog” dei Led Zeppelin, riproposta dai5 in maniera davvero encomiabile, con un Lande ancora una volta davvero superlativo, che riesce nel quasi impossibile compito di non far rimpiangere l’immenso Robert Plant.
Nel finale trova spazio anche la versione integrale di “Enlighten me”, lunga circa un minuto in più della versione edit posta in apertura.
I suoni sono davvero spettacolari, come sempre quando si trova Andy Sneap dietro alla console, in grado di far rendere al meglio ogni singolo strumento, e di far apprezzare ogni passaggio presente nei vari pezzi.
Di sicuro per gli Helloween sarà molto difficile rimpiazzare il duo Grapow/Kusch, magari tecnicamente potranno anche trovare dei musicisti preparati ma difficilmente troveranno altri due grandissimi compositori quali si sono rivelati i due fuggitivi.
Forse il voto sembrerà basso rispetto a quello che ho scritto nella recensione ma, trattandosi di un gruppo che è comunque agli inizi, prima di esaltarmi del tutto per i Masterplan voglio aspettare l’uscita del disco vero e proprio, intanto non posso far altro che consigliare a tutti gli amanti di certe sonorità di dare un ascoltata a questo singolo, sono sicuro che difficilmente deluderà le vostre attese.