Recensione: Enter By The Twelfth Gate
Comincio col dire che nello stilare questa recensione sono sinceramente poco imparziale, nel senso che ho sempre avuto un debole per Michael Pinnella fin da quando ascoltai il primo disco della sua ormai blasonata band, sto parlando cioè dei Symphony X. Pinnella è uno di quei tastieristi dell’ ultima generazione dotati di un estremo acume musicale che riesce a dare la propria impronta a tutti i pezzi della band senza essere mai banale, senza eccedere troppo in inutili virtuosismi. Innegabilmente è, insieme a Romeo, una delle mastermind del gruppo. E forse a causa di questa mia eccessiva stima del musicista, arma a doppio taglio, mi aspettavo subito un capolavoro al suo esordio da solista con questo “Enter By The Twelfth Gate”. Ma devo dire, mantenendomi quanto più possibile obbiettivo, che il disco non mi appare tale, anche se è tutt’ altro che pessimo. E’ il tipico album che ci si dovrebbe attendere da Pinnella: le sue due principali influenze, la musica dei grandi compositori classici e quella dell’ old-prog degli anni ’70, si sentono tutte; purtroppo, a mio parere, sono rese a tratti in maniera più scontata di quanto il nostro musicista faccia solitamente con i Symphony X. Certo questo disco è propriamente il suo, mixato e registrato da lui, senza nessun altro musicista ospite: è lui da solo, seduto davanti al suo piano e alle sue tastiere, che suona tutte le parti del platter; la batteria è campionata, peraltro benissimo, ma in questo caso poteva essere opportuno disporre di una persona in carne ed ossa che suonava lo strumento. Alcuni pezzi sono dannatamente belli, proprio quelli iniziali, tipo The White Room, dove il refrain di piano sembra cullarti nella sua melodia fino al culmine del solo tastieristico. A proposito dico che la tastiera di Pinnella ha sempre avuto un suono stupendo, caratteristico ed originale, mai fastidioso nemmeno sulle note acute. I contrappunti, essendo un lavoro di ispirazione classicheggiante, si sprecano. Anche Edge Of Insanity, come pure la title-track Enter By The Twelfth Gate, sono pezzi ben studiati ed arrangiati, il potere delle note riesce a creare un’ atmosfera cupa e triste che peraltro pervade un pò tutto l’ album. Alcuni altri pezzi, come i tre movimenti in cui si articola il Piano Concerto, risultano in qualche maniera stucchevoli, come esercizi di tecnica pianistica fine a sé stessa, con quella fastidiosa ed indefinibile sensazione di già sentito. Col succedersi delle tracce poi ci si accorge che lo schematismo con cui queste sono composte dall’ autore è piuttosto rigido, non concede molto spazio alla fantasia in questo senso. I pezzi, come Moracan Lullaby o Departing For Eternity, divengono sempre più corti, quasi accennati, fino a culminare nel gran finale di Cross the Bridge che è forse il pezzo che a me piace di più, risultando estremamente cangiante, con una ritmica mai statica, tastiere e piano si intrecciano in duello senza riuscire a prevalere l’ uno sull’ altro. Avrei voluto un Pinnella a questi livelli per tutta la durata del platter. Aggiungo che l’autore esegue anche al piano un pezzo di Alexander Scriabin, l’ Etude Op. 42 n 5.
In definitiva questo è un album che sicuramente piacerà agli amanti dei Symphony X, l’ autore non si discosta molto dal genere musicale che persegue con la sua band. Va ascoltato probabilmente come una specie di tributo a chi lo ha profondamente influenzato negli anni della sua formazione di musicista. Per chi non ha mai sentito i Symphony X o qualche band del medesimo tipo, il disco potrebbe risultare ostico, sia per la sua tipologia di lavoro strumentale, sia per i generi trattati che certo non sono di facile fruizione. Resta un lavoro suonato impeccabilmente da un musicista certamente al di sopra della norma che ci fa entrare nel suo mondo pieno di prog-rock, di musica classica e soprattutto di estrema sensibilità musicale.
Tracklist:
- The White Room
- Edge Of Insanity
- Piano Concerto #1 mvt. 1
- Enter By The 12th Gate
- Falling From The Sky
- Welcome To My Daydream
- Piano Concerto #1 mvt. 2
- Piano Concerto #1 mvt. 3
- Live For The Day
- Scriabin Etude Op. 42 n 5
- Moracan Lullaby
- Departing For Eternity
- Cross The Bridge