Recensione: Essences
I Faded nascono nel 2003 a Camerino, in provincia di Macerata, dalle menti di Framaz e MKh 979, entrambi già membri degli Omonimo. Nell’Aprile del 2003 il gruppo ultima il primo demo intitolato Metamorphosis, il quale riceve buoni riscontri della critica specializzata. Dopo poco più di un anno viene realizzato il primo full-length autoprodotto dal titolo Abandoned Shadows, stampato in circa cinquecento copie. Dagli inizi del 2005 i Faded buttano nella stesura di nuovo materiale fino ad arrivare alla conclusione dell’ultimo disco, Essences, formato da quattro tracce per una durata totale di quarantanove minuti di musica.
Faded sta a significare sbiadito, scialbo, scolorito; è questa la base del progetto dei due artisti, e cioè quella di proporre musica “sbiadita” e quindi priva di tinte forti e calde. I due membri appartenenti al gruppo, concepiscono la musica come espressione di sensazioni, ed in Essences queste si fanno decadenti, depressive e rabbiose. In questo progetto si parte dai canoni essenziali che contraddistinguono il black metal primordiale, diramandosi poi tra musica folk nordica ed armonie depressive in stile doom. Strutture ritmiche complesse, suoni di tastiera che accompagnano la voce del cantante, quest’ultima sempre efficace nel suo alternarsi fra screaming e pulito, adattamento che va ad incastrarsi perfettamente con l’alternarsi di ritmiche a volte più lente e riflessive con evidenti richiami alle produzioni più doom oriented, ed a volte più furiose e violente come nelle caratteristiche del black metal primevio. Ogni brano si adagia su un tappeto sonoro mai statico ed omogeneo, ma che si alterna sempre fra momenti leggeri e sognanti, con tanto di chitarre in acustico e voce pulita quasi priva d’espressione, per poi lasciare spazio a vere e proprie sfuriate condotte da un growl quasi straziante e dalla batteria in blast-beat. Il disco è suddiviso in sole quattro tracce della lunghezza media di undici minuti. Brani sempre ben articolati l’uno con l’altro che assumono la forma di un vero e proprio viaggio negli abissi più oscuri che si celano nelle parti più nascoste dell’animo umano. L’iniziale Effects Of Silence ci mette subito di fronte alle abilità compositive del duo marchigiano; riff granitici di chitarra si vanno a fondere con atmosfere fredde e rarefatte, per poi lasciare spazio a momenti di quiete apparente guidati da inserti di pianoforte molto melodici e capaci di rendere il lavoro decisamente piacevole in fase di ascolto. Nessun calo si può registrare nelle seguenti tracce, le quali seguono in modo perfetto la linea marcata dall’opener, continuando a muoversi sempre fra atmosfere tristi e decadenti ed impatti sonori violenti e diretti. Quello che aiuta lo scorrere di un capitolo apparentemente difficile da digerire come questo Essences, è sopratutto l’ottimo lavoro in fase di produzione, che riesce a rendere il sound meno piatto nelle parti più “tranquille”, ed evita il verificarsi di troppe dissonanze confusionarie e fastidiose che potrebbero ritrovarsi legate all’uso di una grossa quantità di strumenti ed effetti.
L’amalgamarsi di generi musicali così differenti fra loro non sempre riesce a dare risultati gradevoli e di successo, ma Essences risulta essere una prova matura, di gran classe e che riesce a coinvolgere l’orecchio dell’ascoltatore. Ottimo lavoro dunque: i Faded dimostrano di avere un’ottima tecnica a livello esecutivo e si rivelano essere compositori originali e coraggiosi. Teniamoli d’occhio, perché hanno le capacità di regalarci altre gradevoli sorprese di questo tipo in un futuro che si spera essere non troppo lontano.
Angelo ‘KK’ D’Acunto
Tracklist:
01 Effects Of Silence
02 Our Symmetry
03 Philosophical Obsession
04 Lacrima