Recensione: Ethical Disillusion

Di Davide Iori - 6 Febbraio 2009 - 0:00
Ethical Disillusion
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Anno: 2008
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Ethical Disillusion, un titolo emblematico per i Ritual of Rebirth, una band che per sua stessa ammissione non crede nell’industria discografica e che dunque, dopo un iniziale tentativo di pubblicazione mediante Na Dir Records e Masterpiece Distribution, decide di mettere il proprio disco in download gratuito mediante il proprio sito internet ufficiale. Qualche malizioso potrebbe insinuare che i nostri stiano tentando di far apparire una scelta qualcosa che in realtà è stato loro imposto dal fatto che, attraverso i canali normali, il loro lavoro non stava avendo lo sperato successo, in ogni caso lasciamo perdere le insinuazioni e concentriamoci piuttosto sulla musica.

Ecco, la musica: non si può dire che i nostri debuttino sulla scena italiana forti di una proposta in grado di far gridare al miracolo e nemmeno di una produzione adeguata ai full length che escono al giorno d’oggi. Siamo di fronte ad un death metal abbastanza classico, che, nella sua non facile catalogabilità, un po’ ricorda i Death di Symbolic ed un po’ gli Atheist, sebbene con le dovute proporzioni in quanto i nostri dimostrano di non aver nel loro arsenale una tecnica strumentale eccelsa e nemmeno una particolare attitudine all’arrangiamento. Spieghiamo meglio quest’ultima affermazione: i Ritual of Rebirth compongono canzoni su velocità di metronomo medio basse e scelgono di mixare i propri strumenti privilegiando, per così dire, l’intelligibilità delle parti strumentali, senza saturare lo spazio sonoro con distorsioni enormi o suoni di batteria da buttare giù i muri. Questo tipo di scelta viene solitamente fatta da band in cui militano musicisti dall’alta caratura tecnica come la coppia Billy Sheehan / Paul Gilbert nei Mr Big oppure, per andare su situazioni più affini, la premiata ditta Suiçmez / Raatikainen / Minneman nei Necrophagist, ma dove sono i virtuosi in questa formazione? dove sono le parti extra complicate che richiedono il massimo dell’intelligibilità per essere comprese? Certo, qualche assolo di buonissimo livello è presente, ma che bisogno c’è di rimpiccilolire anche le parti ritmiche, nelle quali invece i nostri non propongono nulla di speciale? Aggiungiamo a questo dei suoni di batteria, soprattutto per quanto riguarda la cassa, non esattamente al top, nonché una voce troppo presente che spesso si isola dal resto della canzone, e scopriamo che la produzione di questo album non raggiunge la sufficienza e, a modesto parere di chi scrive, toglie impatto a canzoni che avrebbero potuto ottenere di più.

Sia ben chiaro: i suoni non sono l’unica pecca di questo album il quale, pur proponendo un death metal che riesce ad essere originale pur riferendosi ai classici del genere anzichè alle nuove tendenze, non si caratterizza per alcuna canzone di spicco. Evidentemente i Ritual of Rebirth hanno deciso di puntare sulle atmosfere più che sull’aggressività dura e pura, ma i loro pezzi sono davvero troppo vuoti, troppo scarni come arrangiamenti per risultare coinvolgenti, inoltre non danno in pasto all’ascoltatore nemmeno un ritornello “catchy” per dirla all’inglese, qualcosa che si stampi immediatamente in testa e possa essere ricordato anche dal pubblico un po’ più disattanto. Ethical Disillusion risulta essere dunque un lavoro dalle buone premesse a livello di idee generali, ma che pecca in tutte le sue fasi realizzative, dalla preproduzione fino al mastering. E con queste (poche) qualità oltre una striminzita sufficienza non si può proprio andare.

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Tracklist:
1- Shapeless
2- The Japanese Syndrome
3- Random Hate
4- Compromise Does Fail
5- Disconnected
6- Toy
7- Memories
8- We Don’t Listen
9- Desire
10- Stone
11- Last Pulse
12- Shame On Me

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