Recensione: Eva
Gli AvenueLie sono una formazione che nasce da un’idea di Valerio Castiglioni (voce e chitarra) e William Battiston (batteria), entrambi con dei trascorsi nella band hard rock Homerun. Avviato il progetto AvenueLie, pubblicano nel 2015 il debutto Genesi, a cui seguiranno una serie di date sia in Italia che all’estero in compagnia di artisti come Guano Apes, Pain of Salvation, Michael Angelo Batio, Katatonia e Ihsahn.
Il 28 giugno 2024 viene pubblicato il secondo lavoro dal titolo Eva, registrato e prodotto presso il Magnitude Recording Studio di Milano. La formazione oltre a Castiglioni e Battiston viene completata dal bassista Matteo Mariani che dopo aver accompagnato gli AvenueLie in tour, nel 2023 entra in pianta stabile nella band.
Il genere proposto dal terzetto è un metal moderno con suoni pesanti ed atmosfere cupe. Nel loro sound si possono trovare riff dal sapore nu metal, elementi prog e passaggi elettronici. Gli argomenti affrontati in questo nuovo disco narrano di un mondo divenuto sempre più cinico e individualista a discapito dell’umanità, una specie di filo conduttore che, che tiene i brani legati al concept di base, nonostante singolarmente sviluppino tematiche indipendenti tra di loro.
Dopo un intro elettronico veniamo accolti dal riff claustrofobico di Cain, un metal contemporaneo con chitarre che graffiano e ombre prog. Nel testo si parla di artisti folli divisi fra creatività, gelosia e narcisismo verso la loro stessa arte. Particolare incisiva la seconda traccia Vellum, dove si calca ancora di più la mano con suoni ruvidi e cupi.
Door Of Perception pur presentando ancora suoni gravi, denota una maggior apertura alla melodia. Il pezzo affronta i vari livelli di percezione e consapevolezza in un viaggio psichedelico. Un chiaro riferimento al libro di Aldous Huxley, intitolato appunto Le Porte Della Percezione, che fù d’ispirazione anche per Jim Morrison e Ray Manzarek quando fondarono i The Doors.
I suoni pesanti uniti ad atmosfere dalle tinte buie dipingono scenari di desolazione che si accompagnano alla copertina dal messaggio ecologista.
Un arpeggio ed un cantato sofferto ci introducono a The Hourglass, un tempo medio pregno di atmosfera lugubre e interessanti aperture melodiche.
Motherly si presenta vicino ad un certo hard rock moderno con passaggi prog in cui si fanno notare le linee di basso di Matteo Mariani.
Gli AvenueLie si dimostrano una band matura, il songwriting anche se non originalissimo, risulta abbastanza fluido e convincente. La preparazione tecnica poi non manca ai tre musicisti che riescono ad intrecciare solide basi ritmiche e riff potenti.
The Hole si avvicina all’orbita del nu metal con un brano spigoloso, in cui si tratta il tema della tossicodipendenza.
In conclusione Puppets Of Chaos, un metal con suoni attuali dal quale emerge un certo retrogusto blues in cui si parla della disinformazione mediatica incontrollata.
Formazione degna di nota gli AvenueLie, ed un lavoro che merita attenzione il loro Eva. Certamente un prodotto indirizzato verso un pubblico più affine al metal moderno. Ciò non toglie che può attirare l’attenzione anche di chi predilige cose diverse. Magari in tal senso aiuterebbe una maggior apertura verso passaggi prog ed atmosferici, donando alle composizioni più sfumature che potrebbero rompere una certa monotonia di fondo. Puntando troppo su suoni rocciosi di stampo moderno, si rischia, in effetti, di far apprezzare la proposta ad una cerchia più ristretta di pubblico.
Pareri personali a parte, gli AvenueLie hanno un buon potenziale supportato da evidente esperienza. Sicuramente sapranno fare le mosse che riterranno più opportune per il futuro.