Recensione: EvAAve
Dai paesaggi nebbiosi del Po pavese emergono di nuovo questi quattro loschi figuri per presentarci il nuovo lavoro che è la “summa cum laude” di quanto prodotto in più di dieci anni di attività. Infatti “Garden of Exile”(2016) , “Nobody’s Heaven”(2018) , “Abracamacabra” e “Ep II”(2024) ,confluiscono mirabilmente in una sorta di “catarsi emozionale” nel nuovo “EvAAve”, griffato Minotauro Records, nel quale al malsano sound doomy riletto attraverso la putrida legge dello stoner and sludge ,si aggiungono liriche davvero inusuali per il genere proposto, andando a sostituire al solito mélange esoterico, testi legati a doppio filo al trittico “simbolismo, introspezione, esistenzialismo” che mettono in primo piano la natura quale mistica figura femminile nonché “forza misteriosa che emana e sublima lo spirito della terra”.
Le due poetesse Sylvia Plath e Amelia Rosselli hanno certamente influenzato il gruppo nella creazione di immagini eteree e dolorose, nonché pregne di emozioni contrastanti quali la solitudine contrapposta alla speranza, vita e morte, luce e oscurità e sensi di colpa che contrastano con un delicato sentimento di primordiale innocenza, senza dimenticare riferimenti biblici e mitologici.
Non nascondo che tutta questa “cultura” mi ha incuriosito parecchio aiutandomi pure nell’ascolto di un genere lo Sludge doom appunto, al sottoscritto finora particolarmente indigesto e l’iniziale “Duende” è propedeutica in tal senso pur impreziosita dall’etereo e malinconico break centrale. “Tar Wings”, primo singolo tratto dal lavoro, al contrario è doomy and dark track influenzata dall’hard rock blasfemo dei Down il tutto caratterizzato dal salmodiare sofferto e rabbioso di Cosimo.
“Mad dalena” è solenne doom track immolata sull’altare dei Black Sabbath, pur mantenendo tutte le caratteristiche dello sludge, mentre “Petricore” è figlia bastarda dell’hard rock sulfureo dei Crowbar, anche grazie alla pesantissima sezione ritmica e al rifferama a là Kyuss. “Succubi et Incubi” mette ancora al proscenio drums and bass, mentre il grandioso rifferama a digressione forzata dileggia quanto scritto dai Saint Vitus, omaggiando nel contempo ancora una volta mastro Iommi, il tutto violentato dalle vocals crudeli di un assatanato Cosimo, prima dell’insolito e delirante finale.
La mia track preferita in assoluto, a cui segue la pur bella “F.O.M.O” al contrario fin troppo sludge and stoner per i miei gusti, mentre mi esalta parecchio l’incedere rantolante di “Geosmina” heavy dark track di splendida fattura che perpetua l’imperitura lezione del mio “defunto amico” Paul Chain.
“Eva Ave” chiude il lavoro in chiave psycho doom, alternando fraseggi dark and sludge a esplosioni di imperioso heavy/doom. Amen…
Resta da dire che il tutto è stato registrato nei Vacuum Studio di Bologna, prodotto dal gruppo stesso sotto la supervisione di Enrico Baraldi e masterizzato da Esben Willems, mentre la cover del digipack è opera di Annachiara Innocenzio.
Ulisse “Oldrocker” Carminati