Recensione: Even Keel

Di Fabio Vellata - 3 Giugno 2011 - 0:00
Even Keel
Band: Hard
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
72

Incontrati poco più di un anno fa con il discreto “Time Is Waiting For No One”, ritornano a farsi sentire i rinnovati Hard, band di robuste origini ungheresi, per quanto, come già occorso nel precedente capitolo, da qualche tempo saldamente nelle mani dell’ottimo singer svedese Björn Lodin, un passato nei Baltimoore, tanta esperienza, classe da vendere ed una voce roca che pare essere nata appositamente per intonare brani di ruvido e massiccio hard rock.

Il taglio stilistico offerto in “Even Keel”, quarto disco in carriera per gli Hard e secondo del nuovo corso (quello in “lingua inglese” con Lodin in qualità di frontman), non si discosta di una virgola da quanto ascoltato con buone soddisfazioni nel capitolo edito nel corso del 2010.
Un vigoroso hard rock di “sostanza”, poco avvezzo ai sofismi ed agli eccessi virtuosi, ma principalmente attento nel produrre parecchia energia e vitalità, prendendo spunto da radici settantiane care a Led Zep, Deep Purple ed Ac/Dc, per spingersi di tanto in tanto in qualcosa di leggermente successivo in termini temporali, con l’accenno ad atmosfere americaneggianti nelle consuete ed immancabili ballad.

Anche questa volta, un arsenale d’idee ed intuizioni stilistiche che non pare assortito in modo tale da rendere il quartetto ungaro-svedese gruppo di vertice, ma in ogni modo più che sufficiente a confermarne la buona resa, in virtù d’una manciata di canzoni solide e dall’ascolto nuovamente piacevole, pur se prive d’importanti picchi compositivi.
Un songwriting definibile in sintesi limpido e lineare, che non riesce però a portare in dote una killer track assoluta com’era “Into The Fire”, brano che da solo valeva l’intero album precedente. I pezzi contemplati in “Even Keel” si presentano, ad ogni modo, nella forma d’episodi forgiati con buona cura e competenza in cui sono il rifferama acceso delle chitarre e la voce del bravissimo Lodin, gli elementi di principale ed immediato risalto.

Hard rock tenace e grintoso, padrone incontrastato delle ciondolanti “Truth Or Dare”, “Bitten By You” e “Promises” in cui l’alternanza di riferimenti ad Ac/Dc, Whitesnake e Deep Purple si rende più che evidente, rinforzata poi dalle potenti cadenze delle robuste “I Wanna Rock You” e “Speeding Into Slow” momenti accesi da bruciante passione per il puro rock, in cui gli Hard paiono fare del proprio meglio. Non male pure le trame melodiche della sorniona “Keep Out”, interessante nell’avvicendarsi tra chitarre spesse come cemento e parti d’atmosfera riscaldate dall’interpretazione di Lodin, così come da pollici alzati la veemente irruenza di “Scream Out To Be Heard”, traccia che – come gran parte del resto del disco – trae corposo giovamento da un ascolto a volumi sostenuti.

Non proprio convincenti invece le due ballate, crogiolo infinito di stereotipi in cui la grande voce del singer nordico, non basta a sollevare dalla noia una coppia di composizioni (“Somewhere” e “In Your Arms”) che si trascinano un po’ stancamente rispetto al piglio acceso ed intenso del resto dell’album.

Una sostanziale conferma per gli Hard, buon gruppo dall’essenza decisamente underground che, come già sottolineato in occasione della precedente release, forse non primeggerà mai (tanto più ora, con il passaggio da Escape Records alla poco distribuita BLP Music, label personale dello stesso Björn Lodin), ma che, in un modo o nell’altro, riesce anche questa volta ad offrire qualcosa d’interessante e qualitativamente del tutto dignitoso.

Discutine sul forum nella sezione Hard Rock / Aor!

Tracklist:

01. Truth or dare
02. Bitten by you
03. Pretty little liar
04. Promises
05. I wanna rock you
06. Speeding into slow
07. Somewhere
08. Keep out
09. Scream out to be heard
10. In your arms

Line up:

Björn Lodin – Voce
Gábor Mirkovics – Basso
Zsolt Vámos – Chitarra
Zsolt BorbéLy – Batteria

Ultimi album di Hard

Band: Hard
Genere:
Anno: 2011
72