Recensione: Everwinding Slaughter

Di Roberto Castellucci - 2 Maggio 2022 - 8:00
Everwinding Slaughter
Band: Weaponry
Etichetta: Xtreem Music
Genere: Death 
Anno: 2022
Nazione:
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74

Normalmente il periodo dei ‘ripescaggi musicali’ corrisponde agli ultimi mesi dell’anno: quando arrivo a Novembre, immancabilmente, mi assale il timore di essermi perso qualche gioiellino nascosto. Parlo di quei bei dischi pubblicati un po’ in sordina, non necessariamente capolavori ma meritevoli di maggior fortuna, rimasti sepolti dalla miriade di uscite più o meno valide che affollano il mercato discografico. A quanto pare, in questa strana Primavera del 2022 in cui la pandemia frena e la Guerra Fredda ritorna, la stagione dei ripescaggi inizia in anticipo: siamo in Aprile e fortunatamente mi sono già accorto dell’esistenza di “Everwinding Slaughter”, opera prima degli ispano/canadesi Weaponry, pubblicata a Gennaio e qui recensita con colpevole ritardo. Dietro al bel logo della band, particolarmente ben riuscito, si nasconde un duo: alla voce troviamo Dave Rotten, cantante spagnolo presente nella formazione di molti gruppi votati principalmente al Death Metal (Avulsed e Christ Denied fra tutti), mentre il responsabile delle parti strumentali è il biondo canadese Jo Steel. La sua lunga lista di collaborazioni comprende monicker di minor impatto rispetto a quelli presenti nel curriculum del collega, ma sicuramente di più ampio respiro in quanto a generi musicali. Il Lettore che ha tempo, pazienza e curiosità di approfondire la produzione di questo prolifico polistrumentista può andare a caccia degli innumerevoli progetti che lo vedono protagonista. Jo Steel (conosciuto anche come Jo Capitalicide) è accreditato nelle formazioni di gruppi Speed, Heavy e Death Metal di recente nascita, come ad esempio Aphrodite, Cannibal e Devil Cross, ed è fondatore di one man bands Black e Death Metal come Dexezon e Spectral Dance. Il musicista canadese, come se non bastasse, ha anche dato vita al misconosciuto progetto Crust Punk Metachrist, e sappiate che ho citato soltanto alcune delle molte realtà in cui risulta essere coinvolto…in ogni caso, per quanto concerne questa recensione, può bastare così. Lo stile musicale scelto per “Everwinding Slaughter”, così come dichiarato dai Weaponry stessi, viene infatti etichettato con l’espressione ‘Death/Crust’: indubbiamente la definizione riesce a classificare abbastanza bene le sonorità molto estreme presenti nell’album.

Ad essere sinceri, però, nonostante si percepiscano con sufficiente chiarezza i richiami al Crust Punk di gruppi storici come Nausea e Doom, la parte del leone viene riservata a sonorità che rimandano tanto agli Autopsy di “Severed Survival” quanto ai Dismember del mitico “Death Metal”. Fin dai primi ascolti inoltre ci si accorge come la definizione fornita sia talvolta un po’ riduttiva, viste le molteplici influenze musicali apportate dal poliedrico Jo Steel. “Everwinding Slaughter”, oltre ad essere un mostruoso mix di Death Metal e Crust/Grindcore, spesso lascia spazio a gradevoli assoli e riff chitarristici inaspettatamente orecchiabili. Grazie all’efficace lavoro della produzione, affidata nientemeno che al mostro sacro Dan Swanö, questi elementi creano un piacevole contrasto con i violenti e disumani tappeti sonori su cui vengono incastonati. Altrettanto disumana risulta la voce del cantante, che in più di un’occasione mi è sembrata una versione cupa, animalesca e cavernosa della nota ugola di John Tardy degli Obituary. Parliamo insomma di un disco che, nonostante la durata di appena 29 minuti, galvanizzerà a dovere i metalheads pressati dalla necessità di esorcizzare le brutture della vita contemporanea, garantendo loro una mezz’ora di sano e distruttivo svago. Titoli di canzoni come “Road Rat Rage” e specialmente “Into The Dome”, così come la bella copertina disegnata dall’artista spagnolo José Vives, dichiaratamente si ispirano all’immaginario post-apocalittico della serie cinematografica Mad Max: questi aspetti lasciavano già presagire un disco fracassone…eppure, nonostante le premesse, non mi aspettavo un assalto sonoro così sfrontato. L’aggressività di tracce come “Speedkill”, “The Oozer” e la velocissima “Into The Dome” viene comunque bilanciata dai pesanti ritmi pachidermici delle oppressive “The Burned Land” e “Toxic Waste Overture”, saggiamente posizionate nella tracklist e utilissime per spezzare il flusso quasi ininterrotto di passaggi in up tempo e blast beat. L’attenzione rivolta alla varietà nell’esperienza di ascolto non fa che confermare la bontà della proposta, facendo di “Everwinding Slaughter” un album godibilissimo e assolutamente degno di interesse. Forse non si tratterrà di un capolavoro, forse non stiamo parlando di una pietra miliare e nemmeno di un disco spartiacque, tuttavia va riconosciuta ai Weaponry la capacità di mantenere alta la tensione in un album di debutto maturo, coerente e soprattutto molto divertente. Attendiamo con fiducia ed impazienza le future pubblicazioni di questo Dinamico Duo, sperando che i Weaponry non si trasformino nell’ennesima meteora…buon ascolto a tutti!

https://xtreemmusic.bandcamp.com/album/everwinding-slaughter

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