Recensione: Everyday Heroes
I Love in Chains per la loro “Everyday Heroes”, partono da un artwork di copertina (Nello Dell’Olmo), così insolito da sembrare uscito dal mondo della DC Comics.
Una panoramica su una città in notturna, cui si stagliano in lontananza quattro fari a logotipo proiettati verso l’alto, a simboleggiare forze dell’ ordine, pompieri, esercito e personale medico-sanitario.
Omaggio agli eroi che lavorano dietro alle quinte della nostra esistenza e come contemporanei “Batman”, mettono ogni giorno a repentaglio la loro vita a nostro appannaggio.
Sarà che il logo della band, con quelle due grandi ali laterali, sembra urlarmi “Aerosmith” da tutte le parti, eppure il sentore è di trovarci all’ interno qualcosa di tanto americano quanto lo sono la “Star and Stripes” (bandiera a stelle e strisce) e il Giorno del Ringraziamento. E credetemi quando dico che l’impressione è tutta riconfermata dalla presenza di tracce come: “Locked and Loaded” che ti gasano, dandoti quel senso di essere sbarcati in una terra di grandi opportunità.
Una terra in cui quella grande band che sono i KISS è divenuta iconografica a tal punto da ispirare tutte le rock band successive.
I Love in Chains non solo ne ereditano la capacità di inserire ritornelli semplici ed orecchiabili, armonie vivaci e riff marcatamente hard rock; ma li riconoscono a tal punto da omaggiarli, con una versione di “Love Gun” revisionata e pronta per essere immessa su strada, con la chitarra che romba come il motore V8 di una bella auto sportiva pronta ad uscire dal garage.
Gli ingranaggi sono ben oliati. Così quando Rob Kane (vocalist) intona “Less Than Zero”, che ha tutto quella sana goliardia 80s data dai ritornelli a più voci tipici dei Dokken e i riff di chitarra forgiati nell’ acciaio, viene istintivamente da sollevare le braccia verso l’alto e cominciare ad agitarle a tempo.
Ma c’è anche un velo di nostalgia: in “Cherry Wine” la chitarra di Mike Floros stupisce con un passaggio quasi da acustica, anche se è solo in “Overdose” che tira fuori tutta la grinta in un assolo malinconico e magistralmente eseguito.
“Everyday Heroes” traccia che da il nome all’ album, sorprende per essere la più classica delle canzoni glam. Pare uscita da un disco degli Stryper o giù di lì, parte ad alta intensità poi rallenta, con un testo articolato accompagnato da una melodia struggente.
Dentro ci senti tutto il rispetto dell’ America per i suoi Eroi.
Anche il video musicale merita di essere visto, con riprese che mostrano persone comuni, reali, vere… intente a svolgere il loro lavoro con onore.
Un concept volto a infondere buon auspicio, senza per forza apparire scontato e un monito a “tenere duro”, considerato il periodo storico che stiamo vivendo.
Un plauso particolare va ad Erik Johnson che è un po’ l’uomo “tuttofare” della band, in grado di giostrarsi dalla batteria al basso, gestendo una ritmica sempre serrata e al contempo decisamente catchy, con tracce che settano l’intensità ad un valore più alto. “Without You”, “Down to the Wire” su tutte.
Da precisarsi però, che per la release sono stati ingaggiati un nuovo bassista: Jason Cornwell, reduce da periodi passati a suonare in giro per il mondo con Eric Martin (ex Mr. Big) e l’astro nascente della batteria, Brian Karl.
Un album di debutto piacevole, che vi evocherà qualche flashback dal passato ma ha il pregio di non risultare troppo artefatto o complesso, garantendovi un ascolto sereno.