Recensione: Evil and Passion
I Dark Secret non sono esattamente dei novellini della scena metal: pur esistendo relativamente da poco, essendo nata nel 1999, la band siciliana ha infatti accumulato in poco tempo un curriculum di tutto rispetto, co, la pubblicazione di un demo ed un full-lenght prima di questo Evil and Passion e la partecipazione, tra le altre cose, all’Agglutination Festival nel 2000.
Questo disco è quindi il secondo album del gruppo, si diceva, ed in effetti si porta dietro diversi retaggi, abbastanza ben amalgamati nella formula musicale dei 4 ragazzi: alla base di tutto c’è sicuramente un’adorazione per i Death di Chuck Schuldiner, specialmente del periodo di Symbolic; la struttura delle canzoni, i riffs di chitarra, le ripartenze ed i cambi di tempo sembrano prese pari pari, il 90% delle volte, dalla proposta della storica band statunitense. Last but not least, la volontà di intrecciare a ritmiche e tempi brutali un’importante componente emlodica non è certo da trascurare: a volte la band si avvicina in questo senso ai Monstrosity, come nella title-track, posta in chiusura.
Le capacità tecniche del gruppo non sono trascurabili: il chitarrista Calogero Piscopo è infatti decisamente molto ben preparato, assicurando alle composizioni la giusta varietà e complessità; così come anche il batterista Alessandro Sanfilippo si rende protagonista di un’ottima performance, davvero degna di nota.
Le note dolenti arrivano però guardando alla voce di Aldo Giammusso: il timbro vocale è francamente troppo poco espressivo per una scelta musicale di questo tipo, con la mancanzia di una qualsiasi variazione sul tema; bisogna decisamente lavorare su questo aspetto, per potersi proporre al meglio agli ascoltatori, che del resto non hanno certo di che lamentarsi delle composizioni dei 4. Canzoni su cui spiccano sicuramente l’opener, Burning Visions, davvero molto buona ed articolata a livello strutturale: ci mostra un gruppo già pronto per il grande mercato metal, anche se con ancora qualche imperfezione da limare.
Stesso discorso anche per le restanti songs, tra cui segnalerei la seconda Darkside possess me, di nuovo complessa ma valida e dai riffs azzeccati.
Evil and passion è però un lavoro pesantemente inficiato dalla produzione, decisamente malriuscita e deficitaria rispetto ai canoni della scena (anche italiana) attuale: basti pensare a certi lavori scaturiti non solo da rinomati ed affermati studi, ma anche da home studios…
Questo è quindi un aspetto da rivedere sicuramente, se si vuole che il proprio prodotto sia competitivo, così come certe prolissità che alla lunga stancano l’ascoltatore. Li aspettiamo alla prossima release.
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli
Tracklist:
1. Burning Vision
2. Darkside Possess Me
3. Minds Against the Nature
4. Falling into a Sad Madness
5. Sea of Presage
6. A Sand Sky
7. The Last Prayer
8. Evil And Passion