Recensione: Evil Eyes
Due mostri sacri, due giovani promettenti. Due figli della gloriosa tradizione tedesca, due ragazzi svedesi usciti da una nazione che in campo power/speed non ha mai avuto una scena in grado di raggiungere fasti degni di nota. Due pezzi per aprire la strada ai Savage Circus, novella creatura che si pone il compito di far riassaporare costumi musicali di una dozzina di anni or sono.
Aggressiva, dinamica, velocissima, la bellissima Evil Eyes apre il singolo in maniera splendida, in un trionfo del power metal che fu. Quello col la P e la M maiuscola, tra riff velocissimi, chitarre melodiche ma mai banali e sdolcinate, divinamente supportate da una parte di batteria di quelle incalzanti ma mai scontate a cui il caro vecchio Thomen Stauch ci ha abituato per vent’anni. Se, come il sottoscritto, siete nauseati dalla maggior parte dell produzione power degli ultimi anni, questo pezzo sarà una boccata d’aria che vi farà tornare indietro all’inizio degli anni ’90 e allo speed genuino di gruppi come Blind Guardian, Iron Savior e alle cose più tirate dei Gamma Ray. Spettacolare, prima di tutto nel suo insieme, e poi specialmente nel suo refrain rallentato dannatamente guardiano.
Ora, la sorpresa. Dopo Evil Eyes, che colpiva direttamente al cuore con le sue sonorità giunte dai tempi di Tales From The Twilight World, con Ghost Story ci troviamo di fronte a qualcosa di diverso. La voce di Jens Carlsson tenta sì (riuscendoci meglio di molti altri) di imitare lo stile e il timbro inimitabili di Hansi Kursch, ma, abbastanza sorprendentemente per ciò che l’album si pone, ciò a cui più si avvicina sono le linee vocali partorite dal buon Hansi in A Night At The Opera e nei suoi lavori coi Demons & Wizards. Anche il pezzo, più complesso e vario del precedente, dalle ritmiche fino ai riff, sembra allontanarsi da quella “operazione nostalgia” (per citare il buon Elio) che era emersa con l’opener, migrando verso strutture meno semplici e immediate.
Un pezzo nostalgico, tremendamente diretto e spaccaossa alla Goodbye My Friend/The Last Candle, un altro meno lineare, musicalmente vicino ai Demons & Wizards più diretti. Due alfieri probabilmente scelti per mettere in mostra quanto i Savage Circus possano spaziare, scelti per assicurare che quell’attesissimo Dreamland Manor che vedrà la luce tra un paio di settimane, non sarà vittima del clonaggio selvaggio che attanaglia tante, troppe produzioni di oggi.
Concedetevi questi 14 minuti di power-speed ben suonato e ben cantato, senza strilli o tastiere dominanti, soprattutto alla luce del fatto che il singolo completo è disponibile del tutto gratuitamente cliccando qui. Buon ascolto.
Tracklist:
1. Evil Eyes
2. Ghost Story
Line-up:
Thomen Stauch – Batteria
Piet Sielck – Chitarra
Jens Carlsson – Voce
Emil Norberg – Chitarra
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini